Un punto in due partite, zero gol segnati: i conti non spiegano tutto, ma qualcosa raccontano, al di là di parole come “sfortuna” e di cento se e mille ma. E i numeri non devono allarmare, ma semmai far riflettere, e farci ragionare con serenità su una Fiorentina che ci prova ma fatica a trovare spazi sul campo e lucidità davanti alla porta. Se a Roma aveva stupito la scelta di lanciare Brillante, stavolta fa discutere la sostituzione di Mario Gomez, che così viene ufficialmente “normalizzato”. Un conto è uscire dal campo al 75’, un altro dopo undici minuti del secondo tempo. Montella è stato sicuramente coraggioso, ma il dubbio resta. Che Gomez sia ancora fuori fase è evidente. Ma Babacar (buona partita) era stanco. E infatti alla fine la Fiorentina ha chiuso con Bernardeschi punta centrale. I difensori di Gasperini di sicuro avranno tirato un sospiro di sollievo.
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Repubblica: Un punto in due partite: c’è bisogno di riflettere
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara: tutti i problemi della Fiorentina
Ma questi sono piccoli dubbi che non modificano la stima in un’idea di squadra e in un allenatore che sta cercando di plasmare una Fiorentina capace di inseguire i suoi sogni e i suoi obiettivi. Un gruppo alla ricerca di una nuova identità, che forse paga il prezzo di una piccola crisi di crescita. Questa non è più la Fiorentina effetto sorpresa della prima stagione molto spanish, ma non ha ancora fatto il salto (evidentemente) nel mondo della concretezza a tutti i costi: possesso palla sì, ma alla fine prendiamo questi tre punti in tutti i modi, insomma. Perché poi un ragionamento andrebbe fatto.
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