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Repubblica: stanchi alla meta. Da Kalinic a Vecino, la mappa della crisi

La strana stagione a due volti di una squadra che non gira più

Redazione VN

Due facce della stessa medaglia raccontano di una strana stagione. Esaltante prima, quasi deprimente poi. Dal sogno scudetto - scrive la Repubblica - alla necessità di difendere il quarto posto nel giro di tre mesi. Eppure, di fatto, la Fiorentina è rimasta la stessa. L’unico titolare “nuovo”, rispetto al girone d’andata, è Tello. Il problema è che, piano piano, la squadra si è spenta. Nella testa e nelle gambe. Un discorso valido soprattutto per alcuni singoli.

Qualche esempio? Badelj, Vecino, Bernardeschi e Kalinic. Praticamente l’asse portante di quell’orchestra che per mesi ha incantato l’Italia. Decisivi prima, in crisi adesso. E non è un caso se, al loro calo, è corrisposto quello della squadra intera. È come se nella Juventus calassero di rendimento (tutti insieme), Pogba, Marchisio, Dybala e Mandzukic. Sarebbero guai seri. Ecco. Alla Fiorentina sta succedendo esattamente questo. Prendiamo Kalinic. Ricordate la gara d’andata con l’Empoli? Un primo tempo orrendo, le due reti di svantaggio, una prestazione orrenda. Poi, nella ripresa, l’uragano Nikola ribaltò tutto. Entrato dalla panchina, fu capace di segnare due reti e di sfiorare la tripletta con un destro che si schiantò sulla traversa.

Erano, quelli, i giorni dell’esaltazione collettiva (e giustificata) per un centravanti semi sconosciuto, pagato relativamente poco ma che nel giro di qualche settimana si era meritato il titolo di migliore acquisto dell’intero campionato. Basta un dato però, per capire come (da quel giorno) la sua stagione sia completamente cambiata. Quelli all’Empoli infatti furono l’ottavo e il nono gol in campionato. Ecco, un girone dopo, è fermo a quota 11. Diciassette presenze (con la Sampdoria era assente per squalifica) e soltanto due reti. Una al Chievo (il 20 dicembre scorso) e una all’Atalanta. Resta, quello, il suo ultimo ed unico timbro del 2016. Dicono, in questi giorni, che la crisi della Fiorentina sia soprattutto una crisi “offensiva”. Beh, i numeri di Kalinic, in questo senso, spiegano abbastanza. Per non parlare di Badelj e Vecino, per molti il vero segreto dei viola spettacolari, aggressivi, veloci e “verticali” della prima parte di stagione. Uno (il croato) rubava palle e faceva ripartire l’azione, l’altro pressava e cambiava ritmo. Un tandem perfetto. E sostanzialmente insostituibile. Lo sa bene Sousa che, infatti, non ne ha praticamente mai fatto a meno. Un utilizzo costante, che ha (inevitabilmente) portato i due ad andare fuori giri. E allora via con gli infortuni: Badelj si è fermato a gennaio (durante Fiorentina-Lazio), e ne ha avuto per un mese abbondante. Non solo. Anche domenica scorsa è rimasto negli spogliatoi dopo 45’ per un affaticamento muscolare. Vecino invece è uscito nel primo tempo della disfatta di Roma e, pur recuperando alla svelta, non ha ancora ritrovato la gamba giusta.

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