Fosse un manifesto elettorale potremmo immaginarlo col faccione di Paulo Sousa e con una scritta a caratteri cubitali - scrive La Repubblica -. “Le due “i”, per una Fiorentina migliore”. Intensità e identità. Su questi due aspetti, il tecnico portoghese, non transige. Non a caso dopo la sconfitta col Carpi ha preso di petto la situazione. «Per la prima volta non siamo stati squadra, cercando di risolvere la gara con le individualità».
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Intensità e identità: l’imperativo è ritrovare se stessi
Per battere il Chievo servirà una prestazione di grande livello. Sotto tutti i punti di vista
Chiaro, no? L’imperativo categorico assoluto, quindi, è ritrovare se stessi. Anche perché per battere il Chievo servirà una prestazione di grande livello. Sotto tutti i punti di vista. Primo aspetto. Fondamentale. Sarà importantissimo ritrovare l’intensità perduta. È vero, contro la Juventus la Fiorentina ha a lungo controllato il gioco, ma senza quella capacità di correre in avanti che, in questo inizio di stagione, l’ha resa spesso irresistibile.
Tanto possesso palla, ultimamente, ma più orizzontale che verticale. Anche per questo Borja e compagni, di colpo, son diventati più “leggibili” per gli avversari. Questione di ritmi e, appunto, di intensità. Poi c’è il discorso dell’identità. Muoversi da collettivo e non come individui pur sapendo che, a volte, può bastare anche la giocata di un singolo.
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