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La Repubblica: Fair play Fiorentina, non era necessario un maxi attivo di mercato

I conti e la regola dell'Uefa. A gennaio la società può tornare a spendere. Nelle casse del club un attivo di 18 milioni

Redazione VN

Il calcio ai tempi del fair play finanziario - scrive la Repubblica Firenze - è fatto di conti, analisi, addizioni e sottrazioni. Da anni a Firenze si discute più di “soldi” che di pallone e l’ultimo mercato, in particolare, sta facendo molto discutere. «Avevamo una grandissima perdita derivante dagli ultimi due anni», ha spiegato ieri Pantaleo Corvino. In effetti, andando a studiare gli ultimi bilanci della Fiorentina, il dato è abbastanza chiaro: -40,5 milioni nel 2014 e -7 milioni nel 2015. Totale: -47,5 milioni. Una specie di disastro.

Eppure, andando più a fondo, il quadro si fa un po’ meno “drammatico”. Il tanto discusso fair play finanziario infatti prende in esame, per stabilire le eventuali sanzioni, le ultime tre stagioni. Ad oggi, quindi, il 2013, il 2014 ed il 2015. Il dato aggregato, per i viola, parla di -38,1 milioni. Non solo. L’Uefa, oltre agli ultimi tre esercizi, permette ai club di considerare (se positivi) anche i due precedenti. Per questo la Fiorentina, che oltre a quello del 2013 ha anche l’attivo da 10,1 milioni del 2012. Basta far due conti insomma, per capire che l’aggregato negativo reale, è pari a -28 milioni. Tanto, ma non abbastanza per incorrere nelle sanzioni. La regola è chiara: ogni società può presentare un aggregato negativo non superiore ai 30 milioni. E per il futuro? Il prossimo anno l’Uefa prenderà in esame i bilanci 2014, 2015 e 2016 ma, in base a quanto spiegato in precedenza, i Della Valle potranno “mettere in conto” anche i dati positivi del 2012 e del 2013.

Ad oggi quindi, in attesa che venga chiuso il bilancio del 2016 (31 dicembre prossimo) il saldo è sempre lo stesso: -28 milioni. Per capirsi. In questa sessione di mercato Pantaleo Corvino aveva l’obbligo di muoversi entro un “budget” di 2 milioni di euro. Altrimenti la Fiorentina sarebbe diventato un club a rischio sanzione. Non a caso, la stessa società, nel bilancio 2015 scriveva che sarebbe stato “necessario continuare a ricercare l’equilibrio economico-finanziario”. Un conto è l’equilibrio (si spende solo per quanto entra in cassa), un altro è il maxi attivo di circa 18 milioni. Senza contare l’ulteriore taglio al monte ingaggi. Da oltre 60 milioni lordi a circa 55. Una riduzione, a grandi linee, dell’8-10%.