Il premier Matteo Renzi ha parlato dei fatti accaduti sabato a Roma in un'intervista a La Stampa: "In un Paese civile Genny la carogna, con quella maglietta lì, non sta in curva, sta dentro. La cosa più sconvolgente - ha proseguito il presidente del Consiglio - è stato vedere i giocatori che andavano a parlare con i capi delle tifoserie. Hanno tolto dalle curve gli striscioni, alcuni dei quali erano anche divertenti, salvo poi far entrare quello che abbiamo visto lanciare sabato sera dagli spalti. Non ci sono dubbi che questo deve finire. Comporterà la rottura con certi ambienti delle tifoserie organizzate? Vorrà dire che romperemo. Certo tutto questo richiederà molti interventi. Anche stadi nuovi. Non è il momento di parlarne. Ma quando finisce il campionato, ci metteremo al lavoro. Sono convinto che il calcio sia un luogo da cui può ripartire la convivenza civile del nostro Paese". Renzi, che sabato sera era in tribuna all'Olimpico, si è poi detto "amareggiato" per i fischi all'inno, "ma siamo rimasti perché noi, a quella gente, il calcio non glielo lasciamo".
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Renzi: “In un Paese civile Genny sarebbe in carcere”
Il premier: “Romperemo i rapporti con certi ambienti del mondo ultras”
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