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Quella grande tempesta di idee dentro…

L’articolo di Benedetto Ferrara: in società anime divise. (COMMENTA)

Redazione VN

Tutto iniziò con una tempesta di idee. La annunciò il presidente (modello executive) Mario Cognigni. Insomma, nel tedio generale uno almeno pensava: vabbè, aspettiamo la fine dell´incubo poi cambierà tutto. O molto. O qualcosa. Qualcosina. Forse. Ecco sì, qualcosina, sicuramente. L´allenatore. A meno che, dopo aver giocato senza attaccanti, non decidiamo di fare a meno pure dell´uomo panchina. Sarebbe un bel risparmio, no? Poi il direttore sportivo. O generale. Sul titolo onorifico ancora non c´è certezza. Un dirigente, via. Che sovrintenda la cosiddetta area tecnica. A meno che non si decida di fare a meno anche di questa figura, come qualcuno ha ipotizzato. Un altro bel taglio ai costi. Vabbè, non esageriamo. Un allenatore e un dirigente dovrebbero arrivare. Chi? Quando? Beh, non vi sembra di fare troppe domande indiscrete? La fretta è nemica della ragione. Lo ha detto anche Adv, che aveva chiesto dieci giorni. Ne restano due, quindi c´è tutto il tempo per mantenere le promesse, anche se c´è già chi inizia a temere che, pensando al mercato, il tempo si stia facendo stretto, visto che c´è una squadra da rifare da capo con le caselline allenatore e stratega di mercato ancora vuote.

Ma forse sono state le dichiarazioni di Lele Oriali a turbare un po´ tutti. L´ex dirigente dell´Inter che dice no a Della Valle e parla di divergenze sul progetto. Beato lui che lo conosce, il progetto. E comunque, diciamolo, l´ex morattiano poteva anche evitare di fare certe affermazioni. Così, giusto per rispetto di chi gli ha offerto un lavoro. Che poi la Fiorentina non abbia accettato le sue richieste (Oriali voleva un diesse e un responsabile del settore giovanile scelti da lui) è un altro discorso, e forse spiega che poi la tempesta annunciata è pioggerellina, che il piano di riazzeramento non esiste, che la rivoluzione dura e pura al massimo è un ritocchino. Un paio di facce nuove e via. Ma per fare che? E, tanto per cominciare, per giocare come?

Diciamo subito che le anime della società sono divise. C´è l´ala zemania e la corrente ranierista. Diciamo anche che con Ranieri era già quasi tutto fatto. Finché non si è capito che forse non conveniva rischiare una ulteriore rottura con una parte consistente del tifo e della città. E allora? Allora si va avanti coi colloqui. Gli zemaniani sono quelli che sperano in un progetto di calcio e di immagine più radicale. Gli ex ranieristi (ribattezziamoli così) quelli che temono che il boemo non sia abbastanza aziendalista. Insomma, due dichiarazioni sbagliate e addio. Questa corrente adesso parteggia per Reja, che non è fedelissimo come Ranieri ma nemmeno uno spirito libero come il mitico Zdenek. Per comprendere la geografia politica della società possiamo dire che sicuramente a Guerini (per fare un esempio) Zeman piacerebbe, e non poco, mentre Mencucci, da sempre legato a Corvino e al ricordo di Mihajlovic, si sarebbe schierato nella direzione opposta.

Così almeno si dice nelle stanze bianche di casa Fiorentina. Ma sono discorsi, perché comunque non sono certo i due personaggi in questione a decidere. E mentre Cognigni continua i suoi colloqui stile casting del Grande fratello (con Reja c´è già stato un contatto, con Zeman si parlerà a breve), tutti si chiedono quando arriverà la tempesta che cambierà il corso delle cose. Per ora, oltre a una primavera fredda e umida, al massimo piovono nomi su nomi: da Mazzarri (la Fiorentina ci ha provato davvero) a Di Matteo passando per Benitez (solo un´idea, purtroppo). Poi Baggio, il sogno Spalletti e chissà quanti altri. C´è anche chi si eccita (o deprime, dipende) scorrendo i nomi dei possibili dg: da Capozzucca e Lo Monaco, da Pradè a Montali, che ha voglia di tornare nel calcio e si è offerto indirettamente ai Della Valle. Un fantastico mondo di facce intorno a un meraviglioso progetto fatto di tante cessioni (fosse facile) e tanti acquisti (idem come sopra). Beh, chiunque verrà di sicuro avrà da lavorare parecchio. E anche se al momento tutto tace è sempre bene aspettare per dare giudizi e disfarsi in pessimismi cosmici. Contano i fatti, più delle tempeste di idee. E questi prima o poi arriveranno. Magari, ci auguriamo, più prima che poi.

Benedetto Ferrara - la Repubblica