La prima sconfitta non è un fallimento, il Napoli ha trovato un vantaggio fortunoso e su quello ha costruito, nel terreno indegno che ha insabbiato il tic-toc viola, la sua faticosa vittoria. La Fiorentina ha fatto gioco nel primo tempo, imbarazzando un avversario forte, si è disunita dopo il gol per poi riprendersi nel finale, quando ha segnato «il solito Jovetic», ed è infine uscita dal campo con una sconfitta che sarebbe perfino incoraggiante, se non fosse anche preoccupante. I lati positivi ci sono: personalità, capacità di togliere il gioco agli avversari, di limitarne la pericolosità, tendenza a costruire sempre, efficacia nel controllare la manovra del Napoli (i due gol sono venuti su due calci piazzati) e infine una buona organizzazione generale. Ma a tutto questo si unisce la poca concretezza sotto porta, che tradotta in termini più sbrigativi si riassume nella mancanza di una punta da area di rigore che preoccupi i difensori avversari e infine renda concreto tutto quel buono gioco, tutti quei tocchi rapidi e brevi, anche tutta quella capacità di tenere il Napoli nella sua metà campo, com'è successo ieri nel primo tempo e nel finale di gara, che è sintomo di temperamento e di non rassegnazione, ma che porta pochi frutti.
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Quel limite da superare
Fiorentina splendida… fino all’area di rigore. Di Sandro Picchi
Sappiamo perché la squadra ha questo limite, glielo avrebbe forse tolto Berbatov, mentre El Hamdaoui, anche se abbastanza mobile, avrà forse più difficoltà a dare concretezza finale al gioco poiché, pur giocando da prima punta, ci sembra abbia le caratteristiche della seconda punta. Tutto questo scarica su Jovetic il doppio incarico di segnare e di far segnare. Il rischio è dunque quello di vedere la Fiorentina giocare molto, costruire tanto e non raccogliere in proporzione a quanto seminato.
Potrà Luca Toni, che in pratica è fuori da tempo da questo tipo di calcio, risolvere il problema? Se questo è il limite strutturale della squadra, ben noto anche durante la recente campagna acquisti, e se questo limite a gioco lungo scoraggerà la squadra e lo stesso Jovetic, chiamato a risolvere tutti i problemi negli ultimi sedici metri del campo, dall'altra parte c'è anche un patrimonio, o almeno un gruzzolo, sul quale la Fiorentina può contare ed è la sua personalità e il suo stesso gioco. Fino all'area di rigore è tra le più brave. Purtroppo non sempre basta.
Sandro Picchi - Corriere Fiorentino
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