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Quando Montella ‘rubò’ la maglia a Batistuta

Il carattere di ferro dell’aeroplanino testimoniato da un aneddoto

Redazione VN

Era l'estate del 2000. La Lazio aveva appena festeggiato lo scudetto. Il presidente Franco Sensi voleva rispondere alla grande, come più grande non si può. Sborsa una cifra astronomica e compra Batistuta. Nel contratto inserisce una postilla per un problemino da niente: la maglia numero 9, fino a quel momento di Vincenzo Montella, dovrà essere dell’argentino. L’aeroplanino però, si impunta. Franco Baldini, a quei tempi ds della Roma, non sa come uscirne e, si narra, l’affare rischiò di saltare per quel braccio di ferro sull maglia. Alla fine sarà Batistuta a piegarsi, scegliendo la 18. E’ l’aneddoto più calzante per l’identikit di Vincenzo Montella: dietro al sorriso e alla calma serafica, c’è un carattere di ferro. Una determinazione feroce.

Oer tutta la stagione, mentre faceva grandi cose con il Catania, lo hanno accostato a diverse big. L’Inter, la Fiorentina, la Roma, il Napoli. Addirittura la Lazio, vecchia ‘nemica’ più volte infilzata nei derby. Ha incassato i rumors con il sorriso, senza mai cedere alla tentazione di proporsi, fedele alla panchina del Catania. Dopo l’ultima di campionato però, vacilla. E dichiara: «I dirigenti del Catania sanno che la Roma è una mia debolezza..». E non può essere altrimenti per l’uomo del gol simbolo dello scudetto, a un soffio dal termine, a Torino contro la Juve: mezza rovesciata e via. La trattativa con la Roma decolla in fretta, ma l’atterraggio è brusco: divergenze tecniche ed economiche lo allontanano definitivamente da Trigoria.

(...) Per la tecnologia l’aeroplanino ha un’autentica passione. E’ un espertone di computer, è stato tra i primi calciatori ad aprire un sito personale, che cura praticamente da sè. Alle mail, se è il caso, risponde personalmente, non come tanti suoi colleghi che hanno il ghost writer. Allenatore se lo sono inventato Conti e Pradè. Quando, nell’estate del 2009, decise di ritirarsi, seguendo il loro indiscutibile fiuto i due gli chiedono di onorare il contratto fino al 2011 da allenatore. Un trionfo: Montella con i ragazzini macina record, gol e vittorie. Qualcuno, scherzando, dice che ha avuto il tempo di studiare per quanta panchina gli fece fare Fabio Capello. Ma non è così. Montella il perfezionista è uno che studia, si aggiorna, legge e cura ogni dettaglio. E il suo Catania è lì a dimostrarlo.

Paolo Franci - La Nazione