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Punti di vista a confronto. De Magistris: “Ripartire ha poco senso”. Galli: “No, giochiamo”

Le opinioni dei due campioni del mondo sulla ripartenza del campionato di Serie A. Il dibattito è aperto

Redazione VN

Riprendere e portare a conclusione il campionato 2019-2020 o chiudere tutto in anticipo e pensare alla prossima stagione? Il Corriere Fiorentino ha posto la domanda a Gianni De Magistris Giovanni Galli, campioni del mondo legati con un doppio filo a Firenze che nel corso della carriera sono stati a lungo lontano da casa.

De Magistris: "Premesso che a mio avviso è il caso di fermare tutto e pensare alla prossima stagione, mi pare che si dimentichi il valore del divertimento all'interno di qualsiasi sport. Pensare di rinchiudere squadre e staff per oltre un centinaio di persone in un hotel e limitare i loro spostamenti al campo mi pare oltre che complicato qualcosa che di sportivo ha ben poco. Senza contare che un gruppo così rischia di diventare un focolaio di nuovi contagi. Se la priorità è la salute non capisco perché ad alcuni atleti sia stato consentito tornare ad allenarsi e a tutti gli altri no. In una situazione del genere, da giocatore, sarei andato al manicomio. Un conto è un ritiro pre-partita o la preparazione estiva, un altro è rinchiudersi nello stesso albergo con il rischio che aumentino nervosismo e discussioni. La prestazione dipende anche da come l'atleta trascorre la settimana e da come vive fuori dal campo. Ripartire ha poco senso. Un mini campionato da giocare in due mesi sarebbe un modo per distogliere gli italiani dalle difficoltà del momento, capisco, ma forzare la ripresa va contro le logiche di tutela della salute che hanno guidato anche il Governo".

G. Galli: "Garantite le dovute precauzioni per la salute, il calcio deve ripartire. Gli appassionati, ma tutte le persone, hanno bisogno di speranza e ottimismo per il futuro. Gli sportivi devono assolvere a questo compito. Prima ci regalavamo applausi e sventolavamo le bandiere italiane, adesso ognuno pensa alla sua. Dobbiamo guardare avanti, se i medici e gli scienziati danno parere positivo, la politica generale e quella del pallone si prendano la responsabilità di far tornare le squadre in campo".

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