Ironia, timori e tanta voglia di stupire. Arriva la Juve imbattuta, la Juve lamentosa, la Juve di Conte che Firenze saluterà con le parrucche in testa. Folklore e molta emozione per una città che finalmente si ritrova al Franchi. «L’aria è diversa. Si sente. Me ne sono accorto io e se ne sono accorti i miei giocatori».
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Provaci ancora Delio
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Così parla Delio, che vorrebbe prendersi tutto per rasserenare la classifica e per mettere a posto molte cose in un solo sabato sera. La sfida delle sfide sono trentamila intorno al campo. E l’idea di poter dare una notizia pesante al campionato, far parlare in giro della Fiorentina, evento mediatico fino a un paio di anni fa, un noiosissimo niente da segnalare da allora in poi. Non c’è Jovetic. E questa è un pessima cosa. Anche se in fondo si era capito che ritrovarlo in campo equivaleva a un mezzo miracolo. Behrami invece è rientrato tra i convocati (anche se probabilmente partirà in panchina). Anche questo poteva essere previsto, considerato il carattere coraggioso e testardo del centrocampista. E’ evidente che dal punto di vista tecnico la squadra di Rossi per vincere deve compiere un’impresa.
«La partita perfetta, ecco cosa dobbiamo fare se vogliamo prendere i tre punti». Beh, intanto è giusto crederci, nonostante tutto. Le lamentele e i dossier di casa Juve non hanno rasserenato l’ambiente intorno a questo evento. La designazione di Bergonzi si presta a mille interpretazioni. Conte l’ha definita “singolare”. La risposta del presidente Cognigni è dura: «Quello che è singolare è ciò che dice Conte». Rossi invece se la cava con una battuta, che non è male. «Io non credo che i pianti servano a portare punti in classifica. Però io sono uno di quelli che pensava che le partite ai tempi di Moggi fossero regolari, quindi...». Quindi meglio mettere le mani avanti, anche se cercare alibi prima della sfida sarebbe un errore clamoroso. C’è la Juve, ma anche una classifica da rendere meno a rischio. L’allenatore della Fiorentina dice che «Questa sfida è più decisiva per loro che per noi». Sì, i bianconeri, se vogliono sperare nello scudetto, devono prendere tre punti e basta. Da questo punto di vista le pressioni sono quasi tutte sulle spalle di Antonio Conte, che non può permettersi ancora passi falsi.
La Fiorentina da parte sua cerca una prova che potrebbe valere il riscatto. La città ha voglia di emozionarsi. L’idea che questa sia una partita come le altre poteva valere (forse) quando era la Fiorentina la squadra da battere, quando pensare solo alla Juve significava essere dei provinciali. Cosa che poi purtroppo questa squadra è diventata, almeno nei risultati e nella classifica. Quindi è giusto prendere la Juve come la grande occasione. Un po’ come quando i politici ti sbattono in faccia la storia che la crisi è una grande opportunità. D’altra parte, in assenza di coppe, questa per molti giocatori sarà l’occasione per tornare a mettersi in mostra. Perfino Amauri, quello scartato da Conte, potrebbe vivere la sua special night dopo mesi e mesi di poco o nulla. Dalla parte di Delio Rossi c’è che lui col Palermo l’ha battuta tre volte col suo Palermo. Alle spalle c’è una bella mezz’ora a Catania, ma anche una sconfitta che brucia. «Però abbiamo dimostrato di essere vivi», dice il tecnico. Quello che conta è che ognuno faccia il suo dovere. E che certe occasioni da gol non vengano più sprecate come è accaduto domenica scorsa. Senza Jovetic la Fiorentina fino ad oggi ha sempre faticato. Ribaltare questa premessa diventa necessario. Se vuoi essere ambizioso devi avere molta qualità, oltre che la mentalità giusta. Questa squadra al momento non ha né una né l’altra, però potrebbe iniziare a pensare con orgoglio ai propri tifosi e alla propria maglia. Tre punti stasera cambierebbero molte cose. Una mezza rivoluzione figlia di una sola partita. Una sfida che non sarà mai come le altre. E non c’è bisognodi spiegare perché.
Benedetto Ferrara - la Repubblica
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