Sul Corriere Fiorentino si parla del restyling dell'Artemio Franchi. Come si legge si terrà la prossima settimana (probabilmente giovedì) il primo incontro tra il sindaco Dario Nardella, il presidente Rocco Commisso e il soprintende Andrea Pessina. Sul tavolo ci saranno già le linee progettuali elaborate per conto del patron viola.
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Nuovo Franchi: prossima settimana incontro tra Commisso, Nardella e il soprintendente
Commisso dal soprintende probabilmente giovedì. Il ministero: "La competenza sullo stadio è di Firenze"
La ristrutturazione prevede di rifare le vecchie curve e crearne di nuove che siano più vicine al campo. Con una soluzione architettonica che vuole esaltare le scale elicoidali. Il primo nodo per la soprintende è che il Franchi non venga abbandonato e che non perda la funzione per cui è nato nel 1932.
L'avvicinamento delle curve e la copertura sono i due interventi necessari perché il Franchi rispetti gli standard per le competizioni europee e possa davvero rimanere la casa della Fiorentina. Senza quelli inutile intervenire. L'altro tema è su chi debba rilasciare l'autorizzazione ai lavori: tutte queste decisioni passano dal peso del progetto stesso del restyling dello stadio. Il dubbio è che, forse, sarà necessario, da Firenze, fare un passaggio più o meno lungo a Roma. L'autorizzazione per dire sì al progetto potrebbe rimanere a Firenze. Il Franchi è vincolato da una deflatoria, un'indicazione del soprintende che nel 10983, indicò la struttura come "meritevole" dal punto di vista architettonico. Non vincoli derivanti da un decreto ministeriale. La direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del ministero dei Beni Culturali, al Corriere Fiorentino, chiarisce: la riforma del ministro Alberto Bonisoli "non ha modificato le competenze relative al rilascio dell'autorizzazione" come quella per il Franchi "tranne che nei casi di progetti che rientrino nelle competenze di più soprintendenze" e "tale ipotesi non corrisponde alla fattispecie del progetto che interessa lo stadio Artemio Franchi". L'opera di Nervi "rimane di precipua competenza della Soprintendenza". Questo, ovviamente, se il soprintende Pessina non decide di operare in modo diverso.
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