Pradè, Angeloni, Pereira e Ramadani a lavoro per rifare la squadra

Alla fine l’annuncio è arrivato: Paulo Sousa è il nuovo allenatore della Fiorentina. Firmato il contratto (biennale da 1,2 milioni più opzione sul terzo), la società ha potuto proclamare al mondo la propria normalità: essere senza allenatore il 20 di giugno non è da tutti. E così il 21 la storia infinita finisce e il tifoso tira un sospiro di sollievo: fatto l’allenatore adesso Pradè, Angeloni, Pereira e Ramadani penseranno a rifare la squadra. Dal punto di vista mediatico oggi sarà il giorno della presentazione di Sousa (ore 19). Ma in questi giorni il suo lavoro non sarà solo quello di discutere coi suoi dirigenti intorno a liste di fatto già tirate giù da un bel pezzo, ma anche quello che rimettere insieme il nucleo storico del gruppo intorno al suo progetto di gioco. Non a caso nei giorni scorsi c’è chi ha subito pensato a organizzare dei contatti diretti tra il nuovo allenatore e i cardini dello spogliatoio, quelli che al 90 per cento dovrebbero restare qui.

Perché questo è il primo nodo da sciogliere. Già, al di là del fatto che dei professionisti devono sempre e comunque ubbidire agli ordini di chi lavora in panchina, iniziare a ricostruire un po’ di entusiasmo è fondamentale, non solo per i tifosi, ma anche per i giocatori, molti dei quali sorpresi, e non piacevolmente, dall’evoluzione della faccenda Montella. Così, soffiano in società, il nuovo tecnico parlerà con Gonzalo e Savic, forse anche con Borja Valero e con qualche altro nome, compreso Babacar, il cui rinnovo sarà ufficializzato a breve, anche come mossa mediatica utile e lanciare il progetto giovani, cioè il prodotto di marketing più immediato per raggiungere il cuore del tifoso leggermente perplesso. Ma risistemare ciò che resta del progetto Montella è fondamentale.

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L'articolo integrale di Benedetto Ferrara in edicola con La Repubblica