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Pioli e una stagione senza più alibi: è finito il tempo degli obiettivi indefiniti

Aspettando ulteriori rinforzi, l'allenatore della Fiorentina lavora nel ritiro di Moena per plasmare la squadra del futuro

Redazione VN

Lui lo sa bene che questo è l’anno “vero”, quello in cui il suo lavoro verrà giudicato dal campo, senza più alibi, senza più quei silenzi tipici dei cosiddetti anni di transizione, quando dici che l’obiettivo è essere competitivi. Sì, ma per cosa, esattamente? No, è finito il tempo dei traguardi indefiniti. Stefano Pioli è carico. Molto. Perché come ogni allenatore che si rispetti lui pensa a quello: al campo, alle sue regole umane e tecniche, a ciò che di buono ha costruito e a quello che c’è da migliorare. Che non è poco. Lui, insieme agli altri, è tornato al lavoro a Moena, quello che un anno fa aveva definito «il miglior ritiro della mia lunga carriera». Le strutture, l’ospitalità, il clima di serenità che si respira intorno. Il tecnico e i suoi uomini sono ottimisti. Saranno anche questi giorni intrappolati dagli affari di mercato: le voci, le partenze, gli arrivi possibili, impossibili, probabili, reali. E se Pioli a tutto questo ci sta dietro aspettando notizie dai turbo mercanti da una parte e dal numero uno assoluto quando ha la fortuna di parlarci (fu lui un anno fa a fargli avere due terzini e un centrale di piede destro), il suo interesse primario adesso è quello di raccogliere i frutti di un anno impossibile e ripartire dalle cose buone fatte, che non sono così poche, tenendo conto della surrealtà in cui è vissuta la Fiorentina dal 4 marzo in poi [...] Ma l’anno di transizione è passato, ora si fa sul serio e anche se al momento poco è realmente cambiato, alla fine cambierà per forza, perchè Pioli è educato e rispettoso ma non ama certo passare per uno yes man senza se e senza ma. Lui ha davanti un anno di contratto (a giugno scadrà) e la possibilità di fare il suo mezzo miracolo: quello di riportare i fiorentini al Franchi, perchè la fuga dallo stadio e l’assenza dai media sono sintomi di un distacco in parte voluto da qualche dirigente per cui conta solo incassare. Ma Pioli a calcio ci ha giocato e sa che le cose non funzionano così. Lo scrive La Repubblica.

http://www.violanews.com/stampa/chiesa-simbolo-e-protagonista-dal-ritiro-ma-lafont-e-hancko-sono-gli-unici-acquisti/

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