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Pepito come Antonio, unisce il viola e l’azzurro

Vi proponiamo uno stralcio dell’articolo di David Guetta sul Corriere Fiorentino dal titolo “Il gol dell’americano. E la maglia azzurra piace anche in Fiesole”:   Rossi è riuscito in un’impresa …

Redazione VN

Vi proponiamo uno stralcio dell'articolo di David Guetta sul Corriere Fiorentino dal titolo "Il gol dell'americano. E la maglia azzurra piace anche in Fiesole":

Rossi è riuscito in un'impresa che non riusciva dai tempi di Antognoni, ovvero il connubio tra il popolo viola e la Nazionale. Perché anche il più indifferente alla maglia azzurra tra i tifosi della Fiesole ha gioito per la sospiratissima chiamata di Prandelli e, sapendo quanto lui tenga al Mondiale, vorrebbe ora il bis per vederlo tra i ventitre. La città ha ormai adottato questo ragazzo americano dalla classe cristallina e dalle ginocchia fragili che richiama alla mente Roberto Baggio, arrivato come lui a Firenze in pessime condizioni fisiche e rimesso in sesto anche dall'affetto della gente.

C'è nei confronti di Rossi una sorta di protezione e per questo il disgusto sui cori infamanti di Livorno è stato totale. La differenza tra il «divin codino» e Pepito è forse lo specchio dei tempi che sono cambiati: il primo «comunicava» a suon di battute, freddure e barzellette, il secondo adora Twitter e con i 140 caratteri ha spesso raccontato cosa gli stesse succedendo. Poi, certo, conta moltissimo il suo talento: la tripletta alla Juve, i guizzi da tre punti, ma sarebbe stato lo stesso anche con qualche rete in meno. E infatti nelle settimane lunghissime e tristi di gennaio a Rossi arrivano attestazioni di affetto di ogni genere e quando il primo febbraio (come Batistuta!) compie 27 anni al super tifoso Leonardo Vonci viene l'idea di fasciare lo stadio con lenzuoli di auguri. Lui non se lo aspetta e ringrazia, sempre via Twitter e da oltre Oceano, visibilmente emozionato. Il 20 marzo, esattamente un anno dopo il primo sbarco a Peretola, decide di tornare a Firenze in anticipo solo per essere allo stadio a tifare per i compagni nello sfortunato ritorno contro la Juve. Si sente che ci sente, ormai è viola dentro e non a caso il primo aprile arriva il tweet per sua maestà Antognoni. «Auguri Giancarlo», come se avesse passato l'infanzia sui gradoni della Fiesole invece che nel New Jersey. (...)