stampa

Pasqual: “Il Milan ci teme”

Il capitano viola alla Gazzetta: “Montella ci ha dato tranquillità”

Redazione VN

Lui c'era. Insieme al «pluricolpito» Ljajic. Manuel Pasqual è l'unico viola ad aver giocato titolare col Novara il 2 maggio scorso. Finì 2-2, ma fu la rissa in famiglia a far parlare di Fiorentina. «In quel momento abbiamo toccato il fondo — spiega —. Non mi ero accorto di nulla, nell'intervallo ho visto molti con gli occhi fuori dalle orbite. Che bisbigliavano qualcosa sul mister. Rischiavamo la B, non potevamo pensare alla scazzottata. Ma tutti avevano visto e la società non poteva far finta di niente». Delio Rossi fu esonerato, Ljajic messo fuori rosa. «Forse per Adem fu la svolta, quest'estate in ritiro s'è presentato in maniera diversa». Domenica Rossi e Ljajic si ritroveranno davanti. «Le persone intelligenti sanno fare un passo indietro. Spero in una loro stretta di mano, magari di nascosto nello spogliatoio».

Con Montella niente botte?

«Ah ah, no, lui ci ha dato tranquillità, soprattutto all'inizio. Quando siamo partiti eravamo allo sfascio. La sua esperienza è stata preziosa. Poi ci ha pensato la società».

E ora siete in lotta con il Milan per un posto Champions. 

«È un sogno che rincorriamo, sarebbe da stupidi accontentarsi. Non dobbiamo montarci la testa, pedalare ancora».

Cosa ha il Milan più di voi? 

«Un punto. E un calendario migliore. Ma sentono la nostra pressione, creando qualche piccola polemica. Forse non credevano che potessimo essere un avversario. La rimonta nello scontro diretto, sotto di un uomo e 2 reti, ci ha dato la consapevolezza di essere grandi. E anche nella vittoria con il Torino ci vedo dei segnali».

In cosa è diversa dal passato questa Fiorentina? 

«Abbiamo capito che recuperiamo le energie quando il pallone è nostro, non degli altri».

L'immagine della stagione? «Prima giornata, vinciamo nel recupero con l'Udinese. La camicia inguardabile di Andrea Della Valle intrisa di sudore. Abbiamo capito di essere fuori dal tunnel. A Pescara, all'ultima giornata, speriamo di regalargliene un'altra».

Più bravo lei o Ljajic nel calciare le punizioni? 

«Litighiamo per batterle e segniamo entrambi».

Come è nata la scelta di promuoverla capitano? 

«In ritiro il mister ci ha spiegato cosa voleva da un capitano. Poi ha scelto me, ne sono onorato. Anche se chi ha indossato la fascia ultimamente è sempre andato via (ride, ndr)».

Ha il contratto fino al 2014. 

«Pensiamo al finale di stagione. In estate ne parleremo. E non ci saranno problemi, un accordo si trova».

Se Cerci tornasse? 

«Ale ha grandi qualità. A volte, però, si deve fare un passo indietro per farsi accettare dallo spogliatoio».

Che ne pensa di Renzi? 

«A prescindere dalle idee politiche, mi pare l'unico voglioso di portare delle novità. E gli hanno tarpato le ali. Poteva fare qualcosa di diverso. Poi il popolo lo avrebbe valutato: invece restano le solite facce».

La Gazzetta dello Sport