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“Non ci danno gli atti sullo stadio”, esposto in Procura dei Cinque Stelle

Il nuovo stadio fa infuriare i 5 Stelle. «Da oltre 60 giorni Palazzo Vecchio ci nasconde le carte», salta su la capogruppo Ariana Xekalos. E assieme alle senatrici toscane Laura …

Redazione VN

Il nuovo stadio fa infuriare i 5 Stelle. «Da oltre 60 giorni Palazzo Vecchio ci nasconde le carte», salta su la capogruppo Ariana Xekalos. E assieme alle senatrici toscane Laura Bottici e Sara Paglini annuncia pure un esposto alla procura della Repubblica. Nel frattempo le due senatrici, la prima di Massa la seconda di Carrara, rivolgeranno anche un’interrogazione al ministro degli interni Alfano. Decise comunque ad andare fino in fondo: «Avevamo chiesto di vedere le carte che la Fiorentina ha presentato al Comune lo scorso luglio, ma a distanza di quasi tre mesi dalla richiesta di accesso agli atti non abbiamo ancora ricevuto nessuna risposta».

«Negare ai cittadini il diritto alla conoscenza è inaccettabile, oltreché illegale», insistono Xekalos, Bottici e Paglini. Ma Palazzo Vecchio replica loro per le rime: «Il Movimento 5 Stelle chieda consiglio su come si presentano le richieste di accesso agli atti al consigliere Tommaso Grassi (di Sel, ndr), al quale è già stata fornita tutta la documentazione relativa al piano di fattibilità, comprensivo di Piano economico e finanziario», ribatte il direttore generale e responsabile del procedimento Giacomo Parenti. Che asserisce di non aver mai ricevuto nessuna richiesta targata 5 Stelle»: «È sufficiente presentare la domanda in modo corretto al responsabile del procedimento», aggiunge Parenti.

Xekalos sventola però la lettera intestata del «Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle» del 18 novembre scorso: «Si richiedono le seguenti informazioni in merito al nuovo stadio — c’è scritto — lo studio di fattibilità presentato dalla Fiorentina, l’atto di indizione della Conferenza dei servizi, gli esiti del gruppo di lavoro sulla Mercafir, il progetto preliminare, il piano economico e finanziario, la bozza di convenzione ». Solo che la richiesta di accesso agli atti i 5 Stelle non l’hanno inoltrata a Parenti. L’indirizzo della lettera del 18 novembre rivela che la richiesta è stata inoltrata alla direttrice della cultura, al tempo Lucia Bartoli. Ma i 5 Stelle sostengono di non avere ricevuto risposta. Neppure una breve nota per dire «avete sbagliato ufficio». La direzione cultura non avrebbe dovuto comunque rispondere in qualche modo?

«Qualora i consiglieri 5 Stelle avessero presentato corretta e formale richiesta, sarebbe stato garantito l’accesso anche a loro, come già avvenuto con Grassi», assicura Parenti. «È stato garantito a tutti i soggetti che ne hanno fatto richiesta — insiste il direttore generale — ai privati l’accesso è stato differito alla seduta di giunta del 7 gennaio, con esclusione del Piano economico e finanziario, in quanto si è ritenuto che avrebbe potuto avvantaggiare un soggetto privato nella procedura di evidenza pubblica».

Massimo Vanni - La Repubblica