E’ il ragazzo che tutte le mamme vorrebbero avere come genero. Educato, gentile e anche paziente. Una virtù, quest’ultima, fondamentale se sei il numero 12 — anche se Norberto Neto ha l’89 sulle spalle — di una squadra importante come la Fiorentina. E, soprattutto, se davanti hai uno come Emiliano Viviano. Il portiere brasiliano finora era stato utilizzato solo nelle due partite giocate in Coppa Italia, la prima il 18 di agosto contro il Novara (2-0) e la seconda il 28 novembre con la Juve Stabia: stesso punteggio e nessuna rete subita. Stavolta è stato diverso. Il debutto in campionato poteva essere più complicato, ma Neto si è disimpegnato con grande attenzione. Incolpevole sul siluro di Reginaldo, ma sugli altri tentativi degli avanti senesi non si è mai fatto sorprendere. Come sull’inizitiva di Calaiò, disinnescata con un’ottima uscita, pur rischiando di scontrarsi con Roncaglia. Capita.
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Neto ha superato l’ostacolo. Ora torna in panchina?
E’ il ragazzo che tutte le mamme vorrebbero avere come genero. Educato, gentile e anche paziente. Una virtù, quest’ultima, fondamentale se sei il numero 12 — anche se Norberto Neto …
Montella lo ha elogiato in sala stampa, spiegando che lui, Neto, in questa Fiorentina ci può stare. Non è poco, considerato che l’allenatore viola è uno tecnico che non si fa problemi ad alternare i portieri, come faceva a Catania. Così, complici le non perfette condizioni fisiche di Viviano, Norberto Neto ha aspettato il suo turno e non si è fatto trovare impreparato, come su quella girata di Calaiò disinnescata con tempismo e reattività. E’ vero che la partita poi non ha offerto altri spunti pericolosi, ma le emozioni e il peso delle responsabilità sono spesso compagne scomode. Ma se si punta a diventare il portiere titolare della nazionale brasiliana, soprattutto ai Mondiali in patria, ogni occasione deve essere sfruttata al meglio. Anche tornando in panchina senza problemi, pronto a rimettersi la maglia da titolare se l’occasione si dovesse ripresentare.
Giampaolo Marchini - La Nazione
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