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Neppure il panta nero salva la Fiorentina. Che ha perso autostima

La Nazione parla di una Fiorentina diversa, almeno nella rabbia, rispetto alla passata stagione quando, subìto un gol, i giocatori si precipitavano a riprendere il pallone per rimetterlo al centro. …

Redazione VN

La Nazione parla di una Fiorentina diversa, almeno nella rabbia, rispetto alla passata stagione quando, subìto un gol, i giocatori si precipitavano a riprendere il pallone per rimetterlo al centro. Gesto automatico fatto con la consapevolezza di avere un gioco che in ogni momento creava occasioni da rete. Oggi, purtroppo, non è più così. La squadra non sembra più così convinta dei propri mezzi e probabilmente dichiarazioni di prassi a parte l'assenza dei due attaccanti più forti non è stata metabolizzata a dovere. Neppure il panta nero ha salvato la truppa di Montella, perché il palo colpito da Aquilani gesto tecnico super e invenzione da giocolieri avrebbe cambiato il volto alla sfida. Invece, niente.

La vittoria con l'Inter aveva nascosto le magagne che sono puntualmente tornate, per la rabbia di chi pensava di aver imboccato la strada giusta. La Fiorentina ha fatto un passo indietro sotto il profilo del gioco, tornando a girare con un cilindro in meno degli avversari, provando comunque a non snaturare il suo gioco fatto di controllo del pallone. Ha ragione Montella quando dice che nella prima frazione le due squadre hanno fatto più o meno lo stesso possesso palla (inteso come minuti). Sta proprio qui invece la diversità rispetto alla Fiorentina versione 2013/2014 che in casa avrebbe tenuto il pallone molto di più degli avversari, creando gioco e occasioni. Ieri, invece, i possibili pericoli per la porta di Marchetti sono arrivati grazie a verticalizzazioni poche per la verità - create dai piedi e dalla testa veloce di Mati. Uno dei pochi con le idee chiare che si è adattato all'andamento della partita.

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