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Nella notte del disastro si salvano i tifosi

E alla fine non si si salvò nessuno, o forse no. La Fiorentina dei Della Valle, la squadra votata al fair play, la società che voleva introdurre il terzo tempo …

Redazione VN

E alla fine non si si salvò nessuno, o forse no. La Fiorentina dei Della Valle, la squadra votata al fair play, la società che voleva introdurre il terzo tempo e moralizzare il calcio crolla sotto i pugni che Delio Rossi sferra a Ljaijc in panchina. Una scena violenta e impensabile che ci si aspettava di vedere relegata tra i video curiosi che i siti internet riprendono dai gironi più infimi del calcio sudamericano.

E invece è successo ieri sera al Franchi, stadio di Firenze, in campo la squadra che solo qualche anno fa lottava per andare in Champions. Inutile stilare una classifica dei peggiori: è più colpevole il ragazzino che irride o il saggio allenatore che perde la testa e per questo verrà punito? Nell´esplosione di rabbia avvenuta in panchina c´è il fallimento di una società e della sua squadra. In quell´attimo di delirio sono emersi in superficie nodi irrisolti da troppo tempo, problemi che non si sono voluti affrontare, inerzie che si sono lasciate arrugginire, gelosie che non si sono curate. Un tutti contro tutti giocato finora negli spogliatoi ma che ieri è eruttato in modo perfino plebeo sul prato del Franchi. E se nel calcio esiste e vale un criterio di responsabilità oggettiva, è chiaro che chi da oggi dovrà più di altri fare i conti con i risultati del proprio operato sono Diego e Andrea Della Valle. Che forse, per la prima volta e in chiaro, dovrebbero spiegare alla città quali sono, se ci sono, i loro progetti per la Fiorentina, se ancora ci credono oppure no. Perché dopo quello che è toccato vedere ieri sera non sarà più possibile affidare alla città frasi di circostanza o mezzi silenzi comunque indecifrabili.

Firenze ha bisogno di sapere quale sarà il futuro della sua squadra: e quel futuro è nelle mani dei Della Valle. Perché alla fine non si salvò più nessuno: non i proprietari, non il ds uscente e il suo mercato fallimentare, non l´allenatore, non i giocatori giovani e presuntuosi cui è stato lasciato credere di essere fenomeni, non i campioni troppo spesso distratti. Qui si salvano solo i tifosi: sgomenti di fronte a tanto disastro, così dignitosi nel loro silenzio.

Sandro Bertuccelli - La Repubblica