Su Viola Week, inserto de La Nazione dedicato alla Fiorentina, troviamo un'intervista all'ex giocatore del Genoa, Sebino Nela: "Non ho giocato nella Fiorentina, ma quel giglio stupendo mi ha sempre affascinato".
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Nela: “Il giglio mi ha sempre affascinato. Bernardeschi assomiglia a Conti”
"La Fiorentina può agganciare l'ultimo posto per l'Europa League: partite come quella con la Juve ti fanno capire dove puoi arrivare"
Come arrivano i rossoblù alla partita?
"Nel Genoa c'è maretta. Anche le partenze di Rincon e Pavoletti non hanno aiutato, però la squadra di Juric quando recupera la sua intensità può crearti delle difficoltà. Mentre la Fiorentina, al netta della sconfitta di Napoli pare aver tratto una spinta positiva dal trionfo sulla Juve. Al San Paolo ha giocato bene. Ora l'importante è che non viva di rendita, ma punti alla continuità. La discontinuità è un tarlo che ti può portare a pensare 'beh, ormai sono ottavo'. L'allenatore deve essere bravo a trasmettere la consapevolezza che la squadra può vincere con i più forti".
Sousa?
"Per me resta un buonissimo allenatore. Io poi ho una teoria: ad ogni tecnico dovrebbe essere data la possibilità di allenare almeno una stagione una grande squadra. Perché sennò sono bravi solo Mourinho e Guardiola".
Bernardeschi?
"Ha grandi margini di miglioramento, sta andando bene ed è stimolato da Sousa. Ha un'ottima corsa e davanti agli occhi la possibilità di fare una bella carriera".
Le ricorda qualcuno del passato?
"Per la sua bravura tecnica e la sua frenesia, mi fa venire in mente il primo Bruno Conti".
E Chiesa?
"Federico ha una vitalità straordinaria e credetemi per chi ama i giovani come me, è una cosa fantastica questa esuberanza. Diventa da stimolo per gli altri. Non è la rivelazione della Fiorentina, ma del campionato".
La Fiorentina può agganciare l'ultimo posto utile per l'Europa League?
Sì. E torno alla vittoria sulla Juventus: partite del genere ti fanno capire dove puoi arrivare"
La scelta di Kalinic ha spiazzato anche lei?
Ha preso la decisione giusta. I calciatori oggi sono ad un bivio: possono prendere una montagna di soldi e rinchiudersi in un calcio periferico oppure guadagnare meno, ma restare qui dove il contesto tecnico è più competitivo".
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