Ci saranno i tocchi da giocoliere di Cuadrado e le frecce (pericolossime) del connazionale Muriel. Ci saranno la fantasia di Pepito Rossi e la genialità di Di Natale. Ma anche a Udine, dopo i segnali di cauto ottimismo dei giorni scorsi, non ci sarà Mario Gomez.
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Nazione: salto Champions
Cuadrado sfida l’allenatore che lo bocciò (COMMENTA)
Niente convocazione e quindi niente panchina per il centravanti tedesco che anzichè mettersi in viaggio per Udine e sognare qualche minuto di calcio ’vero’, rimarrà a Firenze per allenarsi, lavorare e puntare a un rientro (comunque morbido e da definire) contro il Verona.
Archiviate la prudenza e la cautela per il caso Gomez, la Fiorentina riprenderà oggi allo stadio «Friuli» (ore 15) la sua marcia verso la zona Champions. Un duello non facile quello contro i bianconeri di Guidolin. Per vari motivi.
Primo: la squadra viola dovrà essere brava a rimettersi in moto e riprendere il passo micidiale ( sei vittorie in sette partite) tenuto fino all’inizio della lunga sosta di campionato. Un calo di tensione, ha raccomandato Montella ai suoi, potrebbe rivelarsi letale.
Secondo: l’Udinese ha bisogno di ripartite, di riscattare un avvio di stagione in negativo e farà di tutto per riuscirci magari con l’orgoglio di chi ha la forza di mettere in difficoltà una delle migliori formazioni (appunto la Fiorentina) del torneo.
Questi, insomma, gli ingredienti di un match che la Fiorentina considera anche e sopratutto un punto di svolta definitivo della sua stagione.
Affondare l’Udinese, d’altra parte, significherebbe far capire a tutti che nella corsa al podio di questo campionato la squadra di Montella c’è, ci sta bene e vuole continuare a starci.
Non solo. Ripartire dal Friuli con in tasca un pacchetto di tre punti, aiuterà Rossi e compagni (ovviamente in attesa di Gomez) a lanciare un avvertimento pesante anche alla Roma, che fra due settimane aspetta i viola all’Olimpico in quello che per la squadra di Montella sarà l’ultimo scontro diretto prima della chiusura del girone di andata.
Passa un bel pezzetto di zona Champions, dunque, dallo stadio di Udine, dove Cuadrado avrà qualche motivazione in più da mettere sul piatto affrontando (con in tasca il patentino, meritatissimo, di top player) quella piazza, quella squadra e soprattutto quel Guidolin che qualche stagione fa preferirono bocciarlo e spedirlo a Lecce. Dalla porta di servizio di uno spogliatoio che davvero non aveva capito chi sarebbe potuto diventare l’esterno colombiano.
La Nazione
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