stampa

Nazione: Come una vittoria, grazie al ‘sedere’

Non è più tempo di incantesimi, quelli son rimasti a San Siro il pomeriggio in cui la Viola riuscì a stregare il Diavolo. Ma un po’ di sedere, a volte, …

Redazione VN

Non è più tempo di incantesimi, quelli son rimasti a San Siro il pomeriggio in cui la Viola riuscì a stregare il Diavolo. Ma un po’ di sedere, a volte, può far meglio della bacchetta magica e infatti basta un gol sgangherato per interrompere la striscia negativa di inizio anno. E per fermare un Napoli lanciatissimo, nell’occasione molto più squadra degli avversari e anche molto più riposato di loro, che venivano dall’estenuante maratona di mercoledì in coppa Italia. Un pareggio, insomma, che per la Fiorentina vale quasi una vittoria. Non fosse altro che per le implicazioni facilmente immaginabili nel caso non si fosse riusciti ad invertire la tendenza in tempi molto rapidi.

Intanto è già una bella notizia, per i viola, che dopo tanti infortuni e torti arbitrali ieri la dea bendata abbia baciato in fronte Facundo Roncaglia. Magari non sarà Richard Gere ma è uno tosto, nell’occasione anche intenzionato a riprendersi il posto in squadra e dunque la dea non poteva far meglio. Poteva far molto meglio invece il portiere del Napoli, che sul lancio del difensore da 50 metri ha calcolato male l’uscita e si è fatto infilzare come un pollo, complice il buon movimento di Toni. Passata in vantaggio, la squadra di Montella non ha mai dato però la sensazione di poter dominare la partita. Ha sofferto ancora una volta l’assenza di Pizarro, o comunque di un costruttore di gioco. Al contrario ha subìto il centrocampo, la rapidità e l’efficacia della manovra avversaria, nonchè il peso offensivo di Cavani, Hamsik e Pandev. Per fortuna i viola son riusciti a reggere buona parte del confronto almeno sul piano fisico, nonostante la faticaccia di coppa Italia e anche sotto il profilo psicologico si sono confermati in grado di gestire anche i momenti più difficili senza accusare contraccolpi alle tre sconfitte consecutive di inizio anno.

(...)

Laura Alari - La Nazione