Avviso ai naviganti: aspettatevi possibili effetti collaterali. Una eventuale eliminazione dell’Italia da parte dell’Uruguay, infatti, aprirebbe scenari che andrebbero al di là della pura questione tecnica. La partita politica, in fondo, è più grande del ruolo di Cesare Prandelli che, pur avendo da poco rinnovato il contratto fino al 2016, non è escluso abbia in animo di rassegnare le dimissioni, qualora fosse al centro di critiche che travalicassero il buon gusto e il buon senso (e in un Paese di c.t. «in pectore» a volte senza educazione, la cosa è possibile). Ma è una sensazione che per ora non ha pezze d’appoggio e che, di certo, andrebbe a indebolire la posizione del presidente federale Giancarlo Abete. Proprio ciò di cui non avrebbe bisogno. Anzi.
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Nazionale, se sarà flop Abete nel mirino
Avviso ai naviganti: aspettatevi possibili effetti collaterali. Una eventuale eliminazione dell’Italia da parte dell’Uruguay, infatti, aprirebbe scenari che andrebbero al di là della pura questione tecnica. La partita politica, in...
Intendiamoci, il mandato di Abete scade solo nel 2016, alla fine del quadriennio olimpico, ma è noto come tra il numero uno della Figc e il presidente del Coni, Giovanni Malagò, il feeling non sia mai stato ai massimi livelli. Detto che in ogni caso Abete ha già detto che tra due anni non si ricandiderà, una eliminazione traumatica al primo turno potrebbe accentuare il solco (basti pensare alla questione della riforma della giustizia sportiva) e far salire la pressione per indurre Abete alle dimissioni. Chi lo conosce bene, però, dubita che questo avvenga a stretto giro di posta. La sede eventuale, allora, potrebbe essere l’assemblea federale fissata per agosto (l’11), sempre che si defilino le componenti (primo fra tutti il candidato alla successione, Giancarlo Tavecchio) che finora hanno appoggiato Abete, la cui posizione peraltro era già indebolita dalle dimissioni già annunciate del vicepresidente Demetrio Albertini, sul quale pure il numero uno federale in fase di elezione si era speso parecchio. Insomma, i giochi sono aperti, e anche sul fronte del Club Italia, dove per prendere il posto di Albertini sono in lizza Perrotta (sponsorizzato dall’Aic) e Gravina (portato da Abete). Da assegnare, poi, anche il posto in consiglio federale, per il quale sono stati sondati - oltre a Perrotta - anche De Sanctis e Pasqual.
Tornando però al vertice, Abete vorrebbe concludere il proprio mandato portano a casa quella riforma dei campionati che da tempo gli sta a cuore, ma il Coni potrebbe usare disfatta per rompere gli indugi, approfittando anche del riavvicinamento che in Lega pare sia in corso tra il fronte Agnelli e quello di Lotito. Un «memento» è d’obbligo: già quattro anni fa, dopo il flop sudafricano, ci furono coloro che chiesero la testa del presidente federale. Abete però mantenne la sua posizione anche grazie all’appoggio fermo fornitogli dall’ex presidente del Coni, Gianni Petrucci. Altri tempi. Adesso meglio confidare su Prandelli.
La Gazzetta dello Sport
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