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Moviola in campo: cosa seria e utile, ma…

Per Marcello Nicchi il giorno in cui dovesse scendere in campo la moviola sarebbe «la fine del calcio». Il loquace presidente dell’Aia ha sciorinato questa e altre certezze all’inizio della …

Redazione VN

Per Marcello Nicchi il giorno in cui dovesse scendere in campo la moviola sarebbe «la fine del calcio». Il loquace presidente dell’Aia ha sciorinato questa e altre certezze all’inizio della settimana, ospite di «Radio anch’io». Già questo dovrebbe indurre in tentazione. Se Nicchi sostiene una roba del genere, e insieme a quella anche cose marginali solo all’apparenza come la bocciatura dello spray per segnalare la distanza giusta della barriera sui calci di punizione («una sciocchezza», l’ha liquidata così), vuol dire proprio che la moviola e pure lo spray sono una cosa seria. E soprattutto utile.

Non sappiamo quanti anni ancora andrà avanti il dibattito. E non sappiamo nemmeno quanti anni ancora andrà avanti Sepp Blatter, il presidente della Fifa che ogni volta finge di essere arrivato all’ultimo mandato. Ma siamo certi fin d’ora di una cosa: prima o dopo, probabilmente più dopo che prima conoscendo i tempi biblici dell’International Board, la moviola, quella vera, non quella per il gol-non-gol che ormai è quasi matura, scenderà in campo. Per restarci. Su questo giornale il nostro Fabio Licari ha assai bene illustrato tutte le controindicazioni che l’avvento della moviola si porterebbe dietro, dalle interruzioni alla mancanza di certezze assolute, dal chi deve decidere e quando al chi deve chiedere e come. Aggiungiamoci pure la questione di chi e come fare le riprese televisive.

Tutte osservazioni e annesse perplessità che hanno pieno diritto di cittadinanza. E tuttavia, tutte cose cui col tempo si può arrivare a rispondere. Come hanno fatto, prima del calcio, tutte le altre discipline (e sono ormai un’infinità al punto che non staremo qui ad elencarle, dai giochi di squadra a quelli individuali) nelle quali il mezzo televisivo, ovvero tecnologia e progresso, sono entrati in campo per aiutare arbitri e giudici.

La moviola per il calcio di vertice, quello che piazza dieci o venti telecamere in campo, in realtà è un non problema o se preferite è solo un problema politico. Se si ha davvero la volontà di introdurla, ci vuol poco: una tivù bene accessoriata a bordo campo, la prima e l’ultima parola sempre delegate all’arbitro il cui insindacabile giudizio resterebbe tale, regolette semplici sull’uso a richiesta e, aspettando l’introduzione del tempo effettivo (vedrete, magari tra vent’anni ma si arriverà anche a questo, 30’ o 35’ minuti veri per tempo, passa la paura e si rispettano gli attuali standard), un recupero che non sarà mai più di tanto extralarge. Perché per rivedere le immagini a centrocampo ci si impiega un minuto a «situazione», non di più. Non resta che aspettare. Con molta, molta pazienza.

La Gazzetta dello Sport