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Moscardelli fa crac, c’è Grandolfo?

Moscardelli libera Grandolfo? Il ragazzo di Mons (al netto di Cyril Théréau trequartista) è il terzo attaccante della batteria offensiva: carta-jolly da estrarre nell’ultima mezz’ora, ruolo assunto ovviamente controvoglia ma con...

Redazione VN

Moscardelli libera Grandolfo? Il ragazzo di Mons (al netto di Cyril Théréau trequartista) è il terzo attaccante della batteria offensiva: carta-jolly da estrarre nell'ultima mezz'ora, ruolo assunto ovviamente controvoglia ma con buoni risultati. La coperta, senza di lui, si accorcia. Specie adesso che i box pandorati accolgono anche Fernando Uribe, la quarta punta, uscito quasi in lacrime dall'amichevole di giovedì scorso col Raldon: un pestone, le stampelle il giorno dopo, aria grama; difficile che il colombiano possa tornare ad allenarsi, questa settimana. Allora chi rimane alle spalle dei due titolari Sergio Pellissier e Alberto Paloschi? Proprio lui, il baby Grandolfo, fantasmino di Castellana Grotte, 19 anni, capace di segnare tre reti al Bologna al debutto dal primo minuto in serie A nel finale della passata stagione.

Grandolfo è arrivato in estate, dal Bari, in prestito con diritto di riscatto. Il direttore sportivo del Chievo, Giovanni Sartori, assicurò: «E' un giovane pronto per la prima squadra. Comunque, un investimento per il futuro». E lui, che per aplomb sembra un giocatore d'altri tempi, confidò: «Il mio obiettivo è fare il massimo delle presenze possibili». Zero, fin qui, a fronte delle tre raccolte in Puglia all'ultima curva del torneo 2010/2011.

Dove si è perso, Grandolfo? In primis, nei meandri di piccoli infortuni. Come quella frattura al mignolo del piede che, nell'ottobre scorso, lo costrinse a fermarsi per un mese e mezzo. Si aggiunga qualche altro acciacco al momento sbagliato. E le scelte di Di Carlo orientate verso il triangolo, là davanti, con Théréau a ispirare Pellissier e Paloschi. Insomma, Grandolfo, escluse le buone prestazioni con la Primavera (5 gol in otto presenze per 693 minuti totali), è un inespresso a tutto tondo. E se non altro sul piano matematico, scala ora due posizioni nella gerarchia. Sempre che Mimmo da Cassino non sposti Théréau in avanti, rimpolpando con Paloschi il mazzo delle alternative dalla panchina. Tutte strategie da decifrare, a partire da questo pomeriggio, quando il Chievo si ritroverà a Peschiera del Garda per iniziare a preparare la trasferta di Firenze. All'appello, più carico che mai, quel Grandolfo che il giorno della presentazione disse: «Vengo per imparare da Pellissier e Paloschi». Le lezioni non finiscono mai. Ma le attese, a volte, sì. O almeno si spera.

Corriere Veneto