A volte fingere è necessario. Se poi lo scenario è quello dell’ultimo giorno di mercato, finisce che la prima regola diventa quella di giocare a carte coperte. Se ne sono accorti in particolar modo Pradè e Macia, veri e propri protagonisti delle trattative. E così, tra l’affare concluso con il Catania per Llama, l’arrivo inaspettato di Luca Toni e la corsa contro il tempo per definire gli altri acquisti dei vari Tomovic, Migliaccio e Savic, c’è stato spazio anche per un viaggio lampo a Milano. Obiettivo, appunto, quello di concludere le ultime due operazioni della rivoluzione estiva viola. Poco male allora, se a metà di quella che resterà nella memoria come una giornata campale per la Fiorentina (e per lo stesso Andrea Della Valle) gli scenari sembravano completamente diversi.
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Morimoto, Pozzi e gli altri bluff
Una giornata infinita: il racconto della Nazione
Perché a giudicare da quanto filtrava dal club pareva proprio che i viola potessero decidere di non effettuare ulteriori acquisti. Tanto più in attacco dove ancora frizzava il mancato approdo di Dimitar Berbatov. Eppure, svariati indizi facevano presumere che si trattasse soprattutto di pretattica. Perché già nella giornata mercoledì, in realtà, qualcosa si era mosso. Sull’asse Firenze-Catania, per la precisione, e non necessariamente per l’esterno di centrocampo Llama. La prima richiesta dei viola, in pratica, era arrivata per l’attaccante nipponico Morimoto, con una risposta da parte degli etnei non del tutto negativa. Ma, evidentemente, erano anche altre le idee che la Fiorentina contava di sviluppare.
E in effetti, già nella mattinata di ieri, almeno altri due sondaggi, sempre per un attaccante, venivano effettuati. Il primo nei confronti del Torino per tastare la situazione di Rolando Bianchi, il secondo verso Genova, sponda Sampdoria, per richiedere il prestito di Nicola Pozzi. Sondaggi, va detto, che non avevano però sortito le risposte gradite, con i granata ben poco disposti a trattare la cessione dell’attaccante, e con i blucerchiati che, invece, su Pozzi si dimostravano a dir poco pretenziosi avanzando pretese da circa cinque milioni di euro. E così, mentre a Firenze stava per esplodere tutta la rabbia di ADV, ecco il blitz milanese di Pradè e Macia.
Sistemati gli ultimi dettagli fiorentini, col treno i due uomini di mercato sono piombati nella sede del calciomercato. E dopo aver chiuso con il Catania, l’altro summit con Toni per sistemare il reparto offensivo in un albergo poco distante dall’Ata Executive. Mentre si attendeva da Manchester la chiusura dell’affareNastasic e, di conseguenza, di quello di Savic. Con tante incognite chiunque sarebbe stato costretto a raccontare qualche bugia.
Tommaso Loreto - La Nazione
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