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“Montella tecnico? Tutto è cominciato con Don Fabio”

Parla Giorgio Rossi, ex massaggiatore della Roma: “Montella un predestinato”

Redazione VN

A Casal Palocco, quartiere molto elegante tra Roma e Ostia, da un paio di settimane in parecchi hanno nel cuore una seconda squadra, la Fiorentina. Tutto merito di Vincenzo Montella, piccolo principe silenzioso e carismatico di un pezzo di Capitale che non ha bisogno di urlare per farsi ascoltare. Vita ritirata, pochissime uscite mondane, una pizza alla «Locanda», un caffè al «Rubino Rosso», senza però parlare troppo di calcio. Un po' difficile per uno che ha segnato quattro gol in un derby, impresa storica, difficilmente eguagliabile, qualcosa di unico che assicura l'immortalità nello scoppiettante mondo del tifo giallorosso.

Lo spiega molto chiaramente Giorgio Rossi, 81 anni e 55 stagioni alla Roma prima come massaggiatore e poi come fisioterapista, uno che ha visto arrivare il giovane Montella e poi ne ha accompagnato la crescita come uomo e professionista. «È un idolo, tutti gli vogliono bene anche perché non se l'è mai tirata. Vincenzo ha un grande cuore, è un altruista, molto generoso con chi gli sta accanto. Fu lui ad aiutare Cassano ad inserirsi e fu sempre lui ad organizzare una colletta tra i giocatori per regalarmi una macchina. È anche molto attento alla forma fisica, da questo punto di vista a Firenze andate sul sicuro».

Un predestinato? «Forse sì. Mi ero accorto che era particolarmente attento ai particolari in quelle partite, e non erano poche, in cui Capello lo teneva in panchina. Vincenzo magari si arrabbiava, però seguiva con attenzione ogni particolare del tecnico: imparava, assorbiva e metteva da parte per il futuro». Un rapporto comunque difficile quello tra Montella ed il tecnico dell'ultimo scudetto della Roma: «Sì, ma corretto. Mi ricordo che prima della partita di Napoli, decisiva per lo scudetto, c'era stata una promessa di impiego, ma Vincenzo era preoccupatissimo, aveva paura di non poter partecipare alla festa. Invece Capello rispettò il patto e lo mise nell'ultimo spezzone di gara».

Certo, il passaggio da tecnico dei ragazzi a Totti e De Rossi è stato velocissimo e il rischio era quello di bruciarsi. «In effetti mi ha sorpreso — spiega Alessio Scarchilli ex compagno nella Roma — perché si è calato nella nuova parte con una rapidità pari a quella che aveva in campo. Non ha fatto sconti a nessuno e dopo due allenamenti a Trigoria sembrava un tecnico con vari campionati di serie A alle spalle».

David Guetta - Corriere Fiorentino