Stop leggero e palla messa sul destro per una botta da fuori che Lupo Lupatelli guarda come si guarda un ufo che ti atterra in terrazza. E bravo Vincenzino: «Che vi devo dire, se vendono Jovetic e non arriva nessuno giocherò io». Eccolo qui, mister pazienza. E sappiate che se voi state aspettando i giocatori lui è lì che li aspetta con voi. «Io nella società ho fiducia. Ma sono uno che parla chiaro. Solo che non mi piace fare il ruffiano con la gente. Mi fido dei miei dirigenti e aspetto. A fine mercato avremo tutti le idee più chiare». Anche un po’ prima, magari.
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Montella, primo obiettivo non perdere l’entusiasmo
Il tecnico sincero fin da subito, senza nascondere niente
Perché lavorare così non è semplice. Schemi, partitelle, regole, confronti dentro un gruppo che gruppo vero non può essere per definizione. Ma il tecnico non nasconde niente di questo strano ritiro. Sarebbe come fare free climbing sugli specchi. «E’ chiaro che l’entusiasmo non è alle stelle. Ma questo ce lo dovevamo aspettare. Ritrovare l’entusiasmo è il nostro obiettivo». E’ davvero curioso vedere una Fiorentina senza centrocampo e senza molto altro.
Oggi la squadra giocherà la sua prima amichevole contro una selezione dei Monti Pallidi (ore 17.30, 10 euro il biglietto intero, 7 il ridotto per under 12) e per mettere insieme la cosiddetta formazione titolare serve molta fantasia, tanto che accanto a Lazzeri e Olivera dovrebbe giocare il giovane Taddei. Poi c’è sempre la questione Jovetic che balla nello stomaco di tutti. Il ragazzo sarà motivato o pensieroso? Montella sorride con l’aria da tipo furbetto: «Magari entrambe le cose. Ritrovare tutti i giorni il tuo nome sui giornali ti può mettere pressione addosso. Ci sta che lui si trovi a dover prendere delle decisioni. Ma l’impegno certo non manca. Io, comunque, spero che Jovetic resti qui». Già. Sennò dove vogliamo andare. Già, dove vogliamo andare? «Vogliamo tornare in Europa. Se poi riusciamo a ottenere qualcosa di più tanto meglio». Qualcosa di più? La zona Champions? Lo scudetto? O cosa? Il ragazzo vede bene di rimettersi in equilibrio. «Prima vediamo che squadra viene fuori, poi magari parliamo di obiettivi». Ecco sì.
Anche se tra Montella e la società c’è un rapporto chiaro. Lui è un soggetto tanto educato (e per niente spocchioso, il che pare una fantastica notizia) quanto deciso. I suoi dirigenti gli hanno assicurato un mercato in entrata di buon livello, e lui giustamente ha fiducia. Perché mai uno dovrebbe dubitare di accordi presi al momento della firma del contratto? Ma prima l’obiettivo è vendere, cosa difficile di questi tempi pieni di discorsi e vuoti di soldi. Quindi Pradè è lì che si sbatte per rifilare giocatori e mezzi pacchi qua e là. Nel frattempo Vincenzino va avanti con tutto il suo gruppone di collaboratori. Sono una valanga e volendo ci metti su una squadra di pallone. Fino ad oggi qui in montagna non si è visto lavoro di fondo, né carichi eccezionali sui muscoli dei giocatori. Ma a Montella piace il lavoro fisico individuale basato sui parametri dei test e, naturalmente, tenere sempre il pallone in gioco. Che lui sia un innovatore è cosa nota. E la Fiorentina è la sua grande occasione. Tornare in Europa non è uno scherzo per una squadra che ha lottato fino alla fine per salvare la pelle. Vincenzino torna al lavoro. Prima di salutare dice che il capitano lo sceglierà lui, che aspetta Viviano a braccia aperte («ha qualità tecniche e grande temperamento») , che Cuadrado può giocare alto sulla fascia, ma anche basso se serve e che per Vargas non è facile allenarsi al massimo sapendo che poi andrà via. Basta, il campo chiama. C’è da allenare questo strano gruppo. Cosa non facile. E anche da fare un altro gol a Lupo Lupatelli. Roba molto più semplice. Sai, partisse Jovetic… Vincenzino c’è.
Benedetto Ferrara - la Repubblica
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