Dite la verità: prima dell’estate vi sareste mai immaginati un Romulo che segna un gol a San Siro dopo aver giocato anche un partitone contro la Juve? E Olivera che davanti alla difesa appoggia palloni con destrezza tra una sportellata e l’altra? E avreste mai pensato che il buon vecchio Pizarro, quello trattato dalla Roma come un rottame, avrebbe preso in mano una Fiorentina più bella che mai? E Toni che combatte col tempo per dare ancora segni di vita?
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Montella, il re Mida del pallone
Ha rilanciato giocatori su cui non credeva più nessuno
Hey, dai, dite la verità: era dura immaginare tutto questo. Però le cose stanno davvero così. Perché Vincenzino ci sa fare. Ed essere una bravo allenatore non vuol dire solo far giocare bene la squadra e magari vincere ma anche tirare dalla propria parte più giocatori possibile. E’ così che anche i dimenticati tornano a galla, è così che il bilancio sorride all’idea di nuove rivalutazioni tecniche utili alla classifica e al gioco delle plusvalenze.
Prendi Romulo, un bravissimo ragazzo arrivato a Firenze nel momento più buio con addosso il marchio di giocatore quantomeno misterioso. Uno che difende così e così e attacca sulla fascia così e così. Uno che corre tanto, ecco. Ma certo in una Fiorentina che toglieva la voglia a quelli “bravi” figuriamoci che fine può fare uno che deve ancora capire come funziona il tutto. E Olivera? Un altro mistero del mercato della passata gestione. Il senso era: uno a fare numero. Ma la verità è che quando non hai un gioco e una società con un progetto chiaro puoi avere chi ti pare ma renderanno tutti la metà (se va bene). Lo dimostra il fatto che con un impianto di gioco ognuno sa cosa deve fare e lo fa. Romulo, per esempio, fa il drone, una specie di aeroplano radiocomandato. Cioè: riciclato interno di centrocampo per casi di emergenza, lui corre il triplo degli altri e diventa una scheggia impazzita al servizio della squadra. Mentre gli avversari marcano quelli forti lui si ritrova libero spesso davanti alla porta. E spesso sbaglia anche il tiro, perché il piede è quello che è. Ma a Milano ha fatto un gol da centravanti vero. Insomma, Romulo c’è. Vi sembra poco? E poi Olivera. Chiamato dentro dal forfait di Pizarro, l’ex del Lecce ha fatto la sua bella figura contro il Bologna. Gli schemi, i movimenti, i raddoppi: quando un tecnico ha le idee chiare è tutto più facile anche per te. Senza dimenticare che Montella non toglie mai il pallone di mezzo durante gli allenamenti. Un dettaglio che già in ritiro ha aiutato il gruppo a vivere anche il lavoro più duro con entusiasmo e facendo scattare tra giocatori e allenatore quella scintilla indispensabile quando si vuole crescere alla svelta. Poca noia e la consapevolezza che il gioco non solo esalta il collettivo, ma valorizza anche il singolo. Quello che serve ai giovani per esplodere, a giocatori poco considerati (mettiamoci anche Tomovic) a poter dimostrare il loro valore e agli “anziani” a poter vivere con orgoglio un finale di carriera degno di questo nome. Gli occhi assatanati di calcio di Toni e Pizarro dimostrano questo. E per fare uno spogliatoio serve anche gente così.
Benedetto Ferrara - La Repubblica
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