Duecento quaranta ore di lezione, per un totale di nove mesi in aula. Tra l'ottobre 2010 e il luglio 2011, Vincenzo Montella ed Eugenio Corini hanno condiviso il Supercorso finale di Coverciano, quello che spalanca le porte alla professione di allenatore.
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Montella e Corini, compagni di scuola
Ulivieri: “Montella, ragazzo di carattere”. I compagni del corso da tecnico…
Guascone ed estroverso Vincenzo, timido e riservato Eugenio, i due allenatori che domani si sfideranno al Bentegodi erano in classe con altri alunni d'eccezione come Stroppa, Chiesa, Garzya, Ruotolo, Gautieri, Aglietti, Murgita, Rastelli e molti altri. Dall'altra parte della scrivania invece, c'era Renzo Ulivieri, da anni ormai insegnante di tattica in Aula Magna: «Già allora si notava come fossero amanti del calcio tutti e due — racconta — bastava sentirli parlare per capire la loro competenza e passione. Montella era divertente, i suoi interventi erano un misto di sapienza e battute. Tutti ridevamo quando parlava lui, poi, da toscano purosangue, io rispondevo a tono e allora partivano anche gli applausi. Detto questo Montella è un ragazzo di carattere, temperamento ed educazione: quello che mi colpì di lui è che anche quando venne chiamato a guidare la Roma (era il febbraio 2011, ndr), non cambiò di una virgola, né con me né coi compagni. E questo è segno di grande equilibrio. Corini invece era già allenatore in campo. Per anni noi tecnici avremmo fatto carte false per averlo in squadra. Su di lui punto ad occhi chiusi».
«La verità è che eravamo una classe eccezionale — aggiunge Giovanni Stroppa, ora allenatore del Pescara — e Vincenzo era l'ideale per rilassarci dopo otto ore filate di lezione. Andare a Coverciano è come tornare bambino: sui banchi di scuola, tra i libri e i professioni che ti interrogano su psicologia, metodologia d'allenamento, tattica. Montella però mi ha stupito per il suo comportamento: andò ad allenare Totti d'improvviso, ma con noi era sempre il solito. Furbo, attento, ma sempre pronto a spiazzarti con una battuta».
E se c'era da scherzare, spesso Vincenzo lo faceva con Gennaro Ruotolo: «Siamo nati dalle stesse parti e ci conosciamo da quando giocavamo insieme nel Genoa — spiega l'attuale tecnico del Sorrento — era uno spettacolo godersi qualche ora insieme dopo ore di "lavaggio del cervello". Corini era molto studioso, più attento alla quotidianità, ma si vedeva che era nato per fare calcio. Penso che domani ci divertiremo». «Sono stati di recente a vedere Montella allenare la Fiorentina — chiude l'ex empolese Alfredo Aglietti — già da Coverciano mi incuriosì la sua tesi sugli allenamenti tutti basati sul pallone. Ricordo come fosse preparatissimo e interessato a tutto: per me è la nuova scoperta del calcio italiano. E domani credo vincerà. La sua Fiorentina è matura per il primo colpo in trasferta».
Corriere Fiorentino
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