Su La Nazione troviamo un articolo sui tecnici di Parma e Fiorentina, Donadoni e Montella, giovani e già in vetrina entrambi: Uno ha vinto tutto da calciatore, Roberto Donadoni. Sei scudetti, quattro Supercoppe italiane, un campionato saudita, tre Champions, tre Supercoppe Uefa, due Intercontinentali. L’altro, Vincenzo Montella, da calciatore ha segnato 237 gol in tutto, tra club e Nazionali, ma di tricolori si è fermato a uno, con la Roma. Da allenatore, però, con undici anni in meno all’anagrafe rispetto al collega, si è preso tutto in anticipo, compreso un premio Bearzot. Un napoletano di Pomigliano d’Arco e un bergamasco di Cisano, agli antipodi pure sulla cartina, uno a nord, l’altro a sud.
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Montella-Donadoni, due allenatori in vetrina
Sono un po’ lo yin e lo yang dell’antica filosofia cinese
Sono un po’ lo yin e lo yang dell’antica filosofia cinese: uno, Montella, che scherza ed esorcizza tutto con una risata, l’altro, Donadoni, che invece per farlo sorridere ci vuole il più fine dei comici. In comune, hanno il tono di voce, mai urlato, e il portamento, per niente scomposto. Da una parte c’è il predestinato, quello che pur partendo dall’allenare i ragazzini della Roma si ritrova in mano la prima squadra all’improvviso e poi diventa grande in una sola stagione a Catania per poi arrivare, con la sua nutrita schiera di collaboratori, a Firenze.
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