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Missione Pradè, tagli sul mercato. L’incipit dell’articolo di Ferrara

Il ds punta su due ‘classiconi’ di sicuro affidamento in sala stampa. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno

Redazione VN

Il momento non è un granché. La Fiorentina è noiosamente incostante. Montella non è più così intoccabile. Molti giocatori hanno le pile scariche e lo sguardo perso del gamberetto finito nella frittura. La gente si chiede: ma che succede? Qualche fischio, qualche critica che non è piaciuta. E quando il gioco si complica ecco che si presenta in sala stampa Daniele Pradè. Lui, spesso silenziato per presunto eccesso di pubbliche relazioni, a questo giro si prende la patata bollente tra le mani e cerca di rimettere un po’ di puntini sulle “i”. Niente di pazzesco, più che altro un invito all’unità nel momento più delicato. Un classicone del calcio, ma sempre la scelta più giusta. Anche per scansare tutti i discorsi sul futuro di Montella. Discorsi, appunto. Perché la verità è che niente è deciso. E comunque, qualsiasi cosa accada a fine stagione, il senso non cambia: la Fiorentina è comunque chiamata a giocare da Fiorentina e ognuno deve fare la sua parte.

Compreso il direttore sportivo, che a gennaio si giocherà la pelle sullo sfoltimento di una rosa immensa. Trentadue giocatori sono tanti, troppi. Pradè fa capire che certe dichiarazioni sono state male interpretate (un classicone anche questo). Quella storia del giocatori sensibili e delle troppe pressioni, per esempio, ha portato con sé un chiarimento nelle stanze gelide e immacolate della società. Concetto ribaltato: non sono le pressioni esterne e far soffrire ma il non riuscire a rendere felice la gente. Freud avrebbe del lavoro peso da svolgere. Ma la verità è che ora bisogna solo sbattersi per ritrovare il gioco e l’empatia smarrita. Per il resto guardiamo il bicchiere mezzo pieno: l’azienda è solida, stiamo lavorando per il rinnovo dei contratti, aspettiamo che Gomez, Marin e Joaquin tornino in condizione, lavorare con un contratto annuale non è un problema per un dirigente, in società sono tutti uniti e affiatati.

L'articolo completo di Benedetto Ferrara nell'edizione odierna de' La Repubblica