stampa

Miracolo, Lazzari resuscita (ma anche Kharja e Cerci)

L’articolo di Benedetto Ferrara

Redazione VN

La battuta era troppo facile: “Lazzari, alzati e cammina”. Chi non l’ha detta l’ha comunque pensata e chi non l’ha pensata di sicuro l’ha sentita. Beh, prendendo alla larga Nanni Moretti uno poteva anche lasciarsi andare a un “Lazzari, fai qualcosa col sinistro”. Sorpresa, alla fine il talento di scuola bergamasca, passato recente in casa del rocker casalingo Cellino, ha stupito tutti alzandosi, correndo e spedendo in cielo il cuore dei tifosi con un colpo vincente di destro, cioè col piede che sente meno suo. Evviva Lazzari, allora. E applausi anche per Kharja, che come Silvan è apparso dal nulla per dare un po’ di sostanza al centrocampo di Delio Rossi, che dopo tanto patire è riuscito a infilare un bel po’ di umiltà nella testa di una squadra che per salvarsi doveva innanzitutto mettersi a correre.

Se la difesa dei due ragazzi più Natali (doppio entusiasmo più un vecchio marpione) ha iniziato a funzionare e l’attacco ballava e pregava sempre intorno alle condizioni di Jovetic, il nodo del centrocampo era quello da risolvere alla svelta per trovare le energie giuste. E’ lì che partono le azioni offensive, è lì che la squadra inizia a chiudere gli spazi per aiutare i difensori. Per troppo tempo ha corso solo Behrami. A destra, a sinistra, in avanti e indietro. Quando stava bene e quando stava male. Un esempio per tutti, il motorino platinato. E gli altri? Beh, gli altri erano grandi dubbi metafisici, grandi domande appese lì senza risposte. Misteri che in confronto il destino dei templari, quello del santo Graal e la morte di Lady Diana erano roba da ragazzi. Montolivo che giochicchia senza mordere mai. Olivera che mah, boh, chissà. Munari che è passato senza lasciar traccia, Kharja che arriva in condizioni pietose, trova la forma in tempo per tre gol in Coppa d’Africa e poi un nuovo infortunio.

E Lazzari? Poca roba. Il suo sinistro non si vede quasi mai, il suo passo un  po’ ingobbito non scatena entusiasmi ma parecchie perplessità.

Poi però succede qualcosa. Lo 0-5 del sabato maledetto lascia ferite addosso a tutti. Ddv fa capire ai suoi dipendenti che la società esiste e che ognuno è responsabile delle proprie azioni. Una bella sveglia. E una mano offerta al povero Delio, che ha bisogno di gente ben motivata. Gli altri, infatti, si possono accomodare. A essere pignoli è anche giusto ricordare che certi giocatori di questi tempi si giocano tutto. Lazzari, preso in comproprietà dal Cagliari a 3,5 milioni, fino a poche settimane fa rischiava davvero di tornare tra le braccia di Cellino per poi finire chissà dove. Il cartellino di Kharja, che se ne andrà, è a metà col Genoa. Insomma, meglio correre, anche se sarebbe stato meglio pensarci prima. Perché stavolta meglio tardi che mai. Ma in futuro, per favore, anche no.

Benedetto Ferrara - la Repubblica