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Meriti storici e big al sicuro: così cambierà la Champions League dal 2018-2019

Allo studio una nuova formula per la massima competizione europea per club

Redazione VN

Quattro posti sicuri per i grandi campionati, alcune squadre qualificate ( eventualmente) per meriti «storici», nuovo ranking, sorteggi protetti. Per la Superlega è ancora presto, ma nel triennio 2018-21 la Champions cambierà, eccome. Diventerà una SuperChampions. Più esclusiva, con meno piccole e più top club. Non ci sono i tempi tecnici per una Superlega, non c’è spazio nel calendario per moltiplicare le partite, ma il compromesso tra le esigenze dei club e l’Uefa è inevitabile. Quindi: struttura classica, 32 finaliste e 8 gruppi, ma cambio deciso nei criteri di qualificazione, per rendere il torneo più simile a quello sognato da Bayern, Juve, Real e co., anche se il «posto fisso» tipo Nba non è possibile. Le trattative sono in corso da mesi, con l’urgenza di chiudere entro fine anno per poi passare alla vendita dei diritti di tv e alle sponsorizzazioni. E con l’obiettivo di moltiplicare ricavi (si punta al +20%) e premi.

(...) Contrastando gli effetti della «democratizzazione» di Platini che, con troppe «piccole», ha abbassato qualità e spettacolo, come spiegano troppi risultati col pallottoliere, e ridotto l’appeal per gli investitori. Intanto le 4 grandi nazioni (Inghilterra, Spagna, Germania e Italia) avranno 4 posti sicuri, senza passare dai playoff. In questo modo 16 finaliste su 32 apparterranno all’élite europea. Da decidere però il criterio: sul tavolo c’è la proposta di qualificare non le prime 4 del campionato, ma le prime 3, assegnando poi il quarto posto per meriti storici. In pratica: il ranking Uefa per club sarà rielaborato in base ai risultati, con l’obiettivo di garantire un posto alle grandi (cioè Milan, Inter, Liverpool, United, Chelsea, Benfica…) se, e solo se, non dovessero qualificarsi in base al campionato. Questo è uno snodo cruciale per i top club. Rummenigge aveva detto che una Champions senza Inter o Milan non era la stessa cosa anche per il Bayern e le altre grandi...

(La Gazzetta dello Sport)