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Mercato, crisi mondiale. L’Italia vende e spreca

Più trasferimenti, ma con un giro d’affari in calo: addirittura del 10%. Insomma, neanche il calciomercato sfugge alla crisi globalizzata. La fotografia internazionale nel 2012 ha una griffe autorevole, quella …

Redazione VN

Più trasferimenti, ma con un giro d'affari in calo: addirittura del 10%. Insomma, neanche il calciomercato sfugge alla crisi globalizzata. La fotografia internazionale nel 2012 ha una griffe autorevole, quella della Fifa. Ed è una rivoluzione, non solo mediatica. La confederazione mondiale dal 2010 ha introdotto un sistema di trasferimenti elettronico (il cosiddetto Tms, Transfer Matching System) che non lascia vuoti. I club sono obbligati a indicare tutti gli aspetti contrattuali delle compravendite. Il prodotto è il «Global Market Transfer», quadro a livello mondiale di sicuro interesse.

Partiamo dal numero dei trasferimenti: sono stati 11.552, con un incremento dell'1% rispetto all'anno precedente. Ma è in controtendenza il giro d'affari, sceso da 2,80 miliardi di dollari a 2,53. Quindi con un calo del 10%. Dalla fotografia di tutti questi trasferimenti emergono, poi, altre voci significative. Sono solo 1.140 le compravendite a titolo definitivo, cioè appena il 10% del totale. Invece sono ben 8.110 i cambi di maglia a fine contratto, cioè a parametro zero. Vale a dire il 70% dei movimenti. Nel mezzo ci sono i prestiti. 921 (l'8%) per il rientro alla base, 1.235 (il 12%) per nuove cessioni temporanee. A sfalsare questo dato sono i Paesi meno evoluti, dove il giro di denaro è pressoché nullo.

Nella top ten degli spendaccioni primeggia l'Inghilterra, che tra acquisti e vendite ha un saldo negativo di 314 milioni di dollari. Staccata la Russia con il suo rosso di 256 milioni. Segue la Turchia con 78. Quindi l'emergente Cina con 49. Poi Germania con 43, Ucraina a 37, Francia a 30, Austria a 13, Emirati Arabi a 12 e il minuscolo Galles a 10. A guidare la classifica dei venditori, invece, c'è il Brasile con 121 milioni, avendo esportato ben 696 calciatori (anche se ne sono rientrati 618). In seconda posizione spicca il Portogallo a quota 103 e quindi l'Italia con un avanzo di 91 milioni. Nel via vai di casa nostra ci sono 263 arrivi dall'estero e ben 339 uscite. Le perdite sono 34 in più rispetto al 2011 ed è la riprova del sacrificio tecnico per arginare la crisi economica. (...)

La Gazzetta dello Sport