Brutta tegola quella di Pizarro, sul piano tecnico e anche su quello statistico. La Fiorentina senza di lui viaggia ad un'altra velocità, lo dicono le cifre e lo disse in fondo anche Vincenzo Montella il giorno della presentazione del Pek. «Con lui non ci sono problemi — ricordò il tecnico viola — l'unica vera difficoltà è che i compagni si abituano troppo bene e quindi quando David manca ci sono meno certezze nella manovra e ci smarriamo». Non è un caso quindi che i punti senza Pizarro in campo siano stati molti meno: in 11 partite (9 di serie A, più 2 di Coppa Italia) sono state collezionate appena 4 vittorie, 2 pareggi e ben 5 sconfitte. Andando ancora più a fondo, la media è stata 1,22 contro i 2,03 con il cileno a guidare le operazioni del centrocampo. In pratica è come se la Fiorentina avesse chiuso il suo ipotetico campionato senza il regista a 46 punti, cioè sugli stessi livelli delle deludentissime formazioni di Mihajlovic e Rossi.
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Manovra lenta e metà punti (se manca il tocco di Pizarro)
L’articolo di David Guetta sul Corriere Fiorentino
E pensare che all'inizio dello scorso campionato la situazione non era sembrata così tecnicamente drammatica, perché nelle prime tre gare senza il Pek (la settima, la nona e la quattordicesima) i viola avevano ottenuto la bellezza di sette punti. Erano i giorni della grande illusione Olivera, quando cioè si pensava che l'attuale esubero di Montella potesse giocare senza dover pagare pegno. I veri problemi sono iniziati con l'inizio del 2013 e sono coincisi con il calo generale della Fiorentina, anche se è difficile capire quale sia stata la causa e quale l'effetto, cioè quanto contasse l'assenza dell'uomo più carismatico e quanto l'abbassamento della forma di altri elementi. Senza Pizarro è stato infatti ottenuto un solo pareggio, tra l'altro sofferto contro il Napoli, in quattro partite, e tre sconfitte assolutamente evitabili in trasferta: Udine, Catania e Bologna. A giocare in quella posizione ci hanno provato non troppo convinti prima Borja Valero e poi Aquilani, ma era un'altra cosa. Solo l'ultima gara a Siena è stata confortante, col successo dell'illusione Champions, ma era ormai troppo tardi.
Era già accaduto in passato che la Fiorentina avesse così bisogno del regista e in un'occasione dolorosa per il popolo viola, il campionato 81/82, quello dello scudetto scippato a Cagliari. A cinque giornate dalla fine del torneo si fece male Eraldo Pecci, protagonista di una stagione straordinaria. A pensarci ora sembra incredibile, ma la squadra riuscì a sopportare meglio la lunga assenza di un fuoriclasse come Antognoni, egregiamente sostituito da Miani, che quella del giocatore che collegava difesa e attacco, oltre a dare ritmo alla squadra. E nelle ultime due trasferte decisive per il primato, a Milano con l'Inter e appunto a Cagliari, a mancanza del numero otto viola risultò alla fine decisiva per la volata finale.
David Guetta - Corriere Fiorentino
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