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M. Orlando: “La società sia più categorica. Deluso da Sousa”

"Bisogna dire la verità: in questa Fiorentina ci sono solo 12, forse 13, titolari e nel calcio di oggi questo significa avere pochi elementi a disposizione. Una rosa corta"

Redazione VN

Su Viola Week, inserto de La Nazione dedicato alla Fiorentina, troviamo un'intervista all'ex viola Massimo Orlando. Ve ne proponiamo una parte.

Come definisce la Fiorentina che va in archivio con il 2016?

"Un anno fa avevo visto una grande squadra. Un gruppo importante che però andava rinforzato. Oggi vedo una Fiorentina impaurita e, prendendo spunto da alcune recenti dichiarazioni di Mondonico, vedo una squadra senz'anima. L'affermazione di Emiliano mi trova d'accordo".

Non c'è nulla da salvare?

"Non dico questo. Anzi, sono convinto che con le mosse e le decisioni giuste tutto potrebbe tornare positivo. Tutto tranne il risultato finale in campionato. Perché bisogna essere obbiettivi, non credo la Fiorentina possa arrivare a centrare traguardi di pregio visti i punti che si sono lasciati per strada nella prima parte della stagione".

Decisioni da prendere, lei che farebbe?

"Prima una considerazione. Noto che lo sfilacciamento, forse la rottura fra società, allenatore e probabilmente tifoseria rischiano di diventare un problema importante. Bene, bisogna che almeno le prime due componenti tornino a fare quello che serve per essere protagonisti nel calcio".

Iniziamo dalla società, dalla famiglia Della Valle.

"Primo: vorrei che la proprietà fosse molto più categorica su situazioni che spesso lacerano spogliatoi o creano fraintesi. Guardo le posizioni di Badelj e Gonzalo. Cessioni, rinnovi, storie di questo genere: credo che definire le posizioni con decisioni e metterci un punto subito, anziché creare strascichi aiuti a dare serenità a tutti".

Più volte Corvino ha battuto il pugno sul tavolo.

"Può darsi, ma evidentemente non basta, Una società forte deve imporre la propria posizione al tesserato. Si aspetta la maxi offerta? Ok, allora è bene ammettere pubblicamente che quel giocatore è in vendita. Al contrario non lo si vuole perdere perché si tratta di un elemento che fa comodo all'allenatore? La mossa giusta è fargli sapere che si arriverà alla scadenza del contratto e che da lui ci si aspetta il massimo. Senza distrazione".

Restando alla società, niente riferimenti al mercato?

Altro che. L'ho detto prima: se le parti sono divise è perché la squadra - quella che piaceva - dello scorso anno non è stata rafforzata. Bisogna dire la verità: in questa Fiorentina ci sono solo 12, forse 13, titolari e nel calcio di oggi questo significa avere pochi elementi a disposizione. Una rosa corta. La squadra viola non rispetta quella che è una regola non scritta del mondo del pallone: ormai servono due giocatori per ruolo".

Insomma: va a finire che Sousa non ha colpe. 

"Al contrario. Il tecnico ha tante responsabilità quante i dirigenti. Sousa mi ha deluso molto per tante sue scelte di formazione, per tante sostituzioni, per un turn over inutile come quello fatto col Genoa. A volte ha dato l'idea della ripicca contro qualcosa o qualcuno o di aver perso le motivazioni".

L'intervista integrale nel quotidiano in edicola