Marco Nervi, ingegnere, nipote di Pier Luigi, ha difeso sulle colonne del Corriere Fiorentino l'opera del nonno, schierandosi idealmente da Bruxelles al fianco della Soprintendenza nel voler preservare le curve dell'impianto. "Il Berta (primo nome del Franchi) è una delle opere più importanti del Novecento, presente anche nella filigrana dei nostri passaporti". Nervi prosegue sostenendo che nel 1990 fu commesso un errore: togliere allo stadio la sua vocazione polivalente, rendendolo solo un impianto di calcio. "Assurdo che oggi per qualcuno le curve siano un problema, non può esserne fatto uno spezzatino".
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M. Nervi: “Giocare nel Franchi un onore, serve umiltà. Rischio degrado? Nullo, e vi spiego perché”
Le parole del nipote dell'autore del progetto per lo stadio della Fiorentina
E il rischio "cattedrale nel deserto"? Pressoché nullo, se si riporta lo stadio a com'era prima del 1990, facendone, oltre che un monumento unico per la storia del Novecento, anche un polo sportivo e culturale per il quartiere. "Prima riconosciamo il valore del monumento, poi pensiamo a come valorizzarlo"; gli esempi, come l'Olympiastadion di Monaco, non mancano e possono insegnare.
La Fiorentina, secondo Nervi, non dovrebbe lasciare il Franchi, ma essere onorata di giocare in un tale monumento. "Serve umiltà, il sindaco dovrebbe farlo capire".
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