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Lui, Baggino e l’azzardo del gol: “Provaci ancora Mohamed”

L’articolo di David Guetta sul Corriere Fiorentino e il paragone con i grandi del passato recente viola

Redazione VN

 Provaci ancora Mohamed. La Salah-mania è scoppiata da tempo e nessuno pone più limiti: una sensazione calcisticamente inebriante. Chi è esperto di gioco d’azzardo paragona l’egiziano ad un filotto nello «chemin de fer», cioè adrenalina allo stato puro: vinci, lasci il piatto sul banco e provi a raddoppiare, e così ancora, fino a quattro, cinque volte. Se ti va bene, porti via cifre da capogiro, se invece ti va male ti metti ad inseguire... Con Mohamed però sei dalla parte giusta e non rischi nulla, al massimo una partita senza gol, ma con almeno un paio di acuti, come a Roma nel trionfo europeo. È rimasto all’asciutto ma quei due quasi gol hanno lasciato tutti a bocca aperta. Segna a tutti senza distinzioni, grandi e piccole, ma poi alla fine come sempre è la Juventus quella che decide se un giocatore varca le porte dell’anonimato, se verrà un giorno ricordato nelle discussioni al bar Marisa.

Ecco, non si ricorda a memoria uno che ci abbia messo così poco tempo a farsi notare. Forse, e qui si va a scomodare i numi titolari della storia viola, ci fu solo Antognoni, con quell’esordio «guardando le stelle» a Verona, ma era un altro calcio. E comunque è la rete, il successo personale, quello che certifica. Batistuta ci mise un po’ a carburare (e anche lì fu un gol alla Juventus nel gennaio del 1992 quello che sbloccò la situazione), Baggio arrivò con le stampelle e ci vollero due stagioni per vederlo giocare davvero. Già, Baggio, come non pensarci? Nel vedere l’egiziano sempre sorridente, pronto ai selfie con i tifosi, viene in mente il Divin Codino del 1989: stessa età, stessa spensieratezza, stessa voglia di rischiare quello che passa per la testa in quel momento, nessun schema mentale, forse neanche tattico. Quello che farà quando ha il pallone tra i piedi non può prevederlo nessuno, neanche Montella, certosino costruttore del gioco viola, che però si è felicemente arreso alle invenzioni dell’uomo che forse gli dà meno retta: palla a Salah e poi vediamo cosa succede (...).

David Guetta - Corriere Fiorentino