DUE SALUTI e tanti auguri. C’è un nuovo viola club a Londra. Come si usa dire: lunga vita. Come del resto a quello ormai storico di New York. Anche la Grande Mela conosce la Fiorentina. Gli auguri? A una ex ala destra viola con «un dribbling secco e un tiro maligno», parole sue, ma non sfondò e allora cambiò attività, scelse il teatro, gli è andata meglio. Si chiama Giorgio Albertazzi, nato a Ponte a Mensola («noi del contado») sul confine tra Firenze e Fiesole. Compie novant’anni. Ala destra nella «Menti», ricorda sempre con orgoglio, e sempre pronto a gridare «alé viola», magari nell’intervallo di uno spettacolo teatrale. Albertazzi sostiene che Shakespeare sarebbe stato un tifoso della Fiorentina. Viola si chiama uno dei suoi personaggi più belli. «Such sweet tunder», un dolce tuono.
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L’onda viola sbarca a Londra
DUE SALUTI e tanti auguri. C’è un nuovo viola club a Londra. Come si usa dire: lunga vita. Come del resto a quello ormai storico di New York. Anche la …
VENIAMO all’oggi. Bisognava proprio che la Fiorentina lo cominciasse un viaggio tra gli avversari stranieri, e difatti ci sono stati i turchi del Gaziantepspor (nome facilissimo), ci saranno gli spagnoli e del Villarreal (non proprio fratelli, ma quasi) e i portoghesi dello Sporting Lisbona. C’è chi pensa fin da ora all’esordio in campionato contro il Catania, ma francamente ci sembra prestino, tanto più che prima, ossia il 22, ci saranno i play off di andata in chiave europea. Sorteggio il 9 a Nyon.
LA FIORENTINA è testa di serie, come Tottenham, Betis Siviglia, Eintracht di Francoforte eccetera, e potrebbe perciò incontrare, citiamo qua e là, Nizza, Apollon di Limasson, San Gallo, e via andare. Per ora siamo ai racconti del’estate. Per esempio a quello sul nonno, dicesi sonno, di Alonso. Si chiamava Marquitos, beninteso per gli amici, e tanti anni fa dette un dispiacere alla Fiorentina in Coppa dei Campioni con tutto il Real Madrid. Ora si sente dire, tanto forte e tanto spesso, che la Fiorentina di quest’anno è uno squadrone. Sarà per prudenza, o forse anche per scaramanzia, ma qui preferiamo definirla in maniera diversa: una squadra. Non poco, dal momento che è squadra in tutto (o quasi) e per tutto.
Giampiero Masieri - La Nazione
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