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Lippi in Cina il Canton ha già preso l’interprete

I vertici dell’Evergrande sono in Giappone. «E comunque di questa storia di Lippi allenatore non sappiamo nulla», rispondono al Corriere dalla sede della squadra di Canton, campione di Cina. Anche …

Redazione VN

I vertici dell'Evergrande sono in Giappone. «E comunque di questa storia di Lippi allenatore non sappiamo nulla», rispondono al Corriere dalla sede della squadra di Canton, campione di Cina. Anche l'ex c.t. azzurro smentisce («Non c'è stato nessun contatto»). Ma sul volo CZ385 che martedì scorso è atterrato all'aeroporto di Narita era presente — secondo il canale sportivo del portale web Tencent — anche l'interprete di italiano già assunto da tempo dalla società, più un altro «personaggio italiano». A Canton si gioca in difesa e si tace dell'ingaggio dell'ex c.t. campione del mondo nel 2006: una mossa in linea con i piani strategici di un club che si era già regalato una campagna acquisti monstre per vincere il campionato al suo primo tentativo dopo il purgatorio in seconda divisione, causa partite truccate. Lippi risponde perfettamente alle ambizioni dell'Evergrande, rilevato nel marzo 2010 dall'immobiliarista Xu Jiayin per circa 12 milioni di euro. Per investire nel calcio, Xu aveva scelto la squadra di Canton, fondata nel 1954, la prima della Repubblica Popolare a diventare professionistica. Motivazioni, le sue, legate al blasone e al business, non al radicamento geografico: Xu, classe 1958, è dell'Henan. Presidente operativo del Canton è il numero due del gruppo Evergrande, Liu Yogzhuo, trentun anni, una laurea e un master in business e un'idea chiara sul mercato: «Non ci importa quanto siano famosi i calciatori ma le loro potenzialità». L'Evergrande sembra orientato a capitalizzare sulla ricerca di talenti nazionali. Il club ha appena finalizzato il contratto con il Real Madrid per la creazione del più grande campus giovanile del Paese, con 10 mila allievi. Il 1° settembre cominceranno i corsi, 4 mila euro di retta annua per 3.150 bambini fra i 7 e i 12 anni. Xu e Liu sembrano aver compreso che il calcio cinese, estraneo alla filiera dei campioni di sport individuali coltivati nelle accademie, va costruito dal basso.

Corriere della Sera