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Le strategie di Montella, lo psicologo

Assegnati i numeri delle maglie, la 10 ad Aquilani

Redazione VN

Quando allenava i Giovanissimi della Roma (appena tre anni fa) ai suoi ragazzi regalava «L'Alchimista» di Paolo Coelho per «fargli capire che i sogni vanno inseguiti con sacrificio e sofferenza». Vincenzo Montella sa bene che nel calcio moderno oltre alla tattica e alla corsa contano le motivazioni.

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Marco Biagianti, capitano del Catania dei miracoli, dice di lui: «In campo pretende e ottiene il massimo dai suoi giocatori perché è molto autorevole, riesce a trasmettere bene le sue idee e mette tutti sullo stesso piano».

Tutte doti che Montella dovrà sfruttare al massimo con la Fiorentina. Pradè e Macia gli hanno consegnato, infatti, una rosa di primo piano, con calciatori dalla tecnica sopraffina che però vanno recuperati (quasi tutti) dopo annate negative o addirittura passate a svernare con le squadre giovanili (vedi El Hamdaoui). Pizarro e Aquilani, per esempio, hanno giocato pochissimo la scorsa stagione con Manchester City e Milan; Borja Valero e Gonzalo Rodriguez (che voleva tornarsene in Argentina, ma non c'è riuscito) vengono da un campionato disastroso con il Villareal, culminato con la retrocessione; Mati Fernandez è stato spesso fermo per infortunio e lo stesso Viviano è reduce da un lungo stop dopo l'operazione al ginocchio. Solo Roncaglia arriva da una finale di Coppa Libertadores con il Boca Juniors (tra l'altro persa), mentre Cuadrado, pur avendo impressionato con le sue giocate a Lecce, è stato scaricato dall'Udinese formato Champions. A dire il vero, l'Aeroplanino i primi risultati positivi li ha già ottenuti con tre calciatori su cui, prima del ritiro di Moena, nessuno avrebbe scommesso un euro: Ljajic, Romulo e Seferovic.

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Insomma, Montella dovrà essere anche un ottimo motivatore-psicologo per mettere insieme una squadra (sono almeno otto gli elementi nuovi tra i titolari) in grado di giocarsi alla pari tutte le partite e di far divertire i tifosi, obiettivi minimi della nuova era viola.

Antonio Montanaro-Corriere Fiorentino