Amava talmente tanto la Fiorentina che pur indossando la maglia numero 1 del Napoli Campione d'Italia venne a giocare da centrocampista una partita di beneficenza al Franchi quasi in incognito. Nell'ottobre del 1990 Giovanni Galli passò quindi in tre giorni da Maradona a Carlo Conti, si divertì moltissimo e poi tornò al suo ruolo di portiere. Ha vinto tutto a Milano, una Spercoppa italiana al San Paolo, ma il cuore lo ha lasciato a Firenze, da dove partì piangendo dopo una vittoria a Pisa che valeva l'Uefa. E furono lacrime anche a Vienna, il giorno dell'addio ai rossoneri con tanto di Coppa dei Campioni, ma ormai aveva detto di sì al Napoli. Tre anni buoni, ma non eccezionali come con Sacchi o anche come le stagioni della gioventù viola con Carosi e De Sisti. D'altra parte con la maglia azzurra lo avrebbero voluto molto prima ed era quasi fatta nel 1986, perché i Pontello avevano detto basta all'idea di inseguire lo scudetto, ma poi arrivò Berlusconi. E così i ragazzi di quel Napoli dei primi anni novanta conobbero anche un bambino adorabile di nome Niccolò che il pomeriggio accompagnava il babbo agli allenamenti a che manca sempre tantissimo a tutti quelli che gli hanno voluto bene.
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Le lacrime di Galli prima del San Paolo
Amava talmente tanto la Fiorentina che pur indossando la maglia numero 1 del Napoli Campione d’Italia venne a giocare da centrocampista una partita di beneficenza al Franchi quasi in incognito. …
David Guetta - Corriere Fiorentino
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