Perché no? I protagonisti del secondo (e ultimo) scudetto viola sanno cosa significa guardare tutti, classifica alla mano, dall’alto in basso. I «ragazzi» del 68-69 sono stati adottati da una città, Firenze, che chiede molto. Ma quando c’è da dare non risparmia una goccia di sentimento. Succedeva allora, accade oggi. «Penso che il primato attuale possa durare: la Fiorentina è la squadra che gioca il calcio più bello in Italia - sentenzia Franco Superchi, portierone di quella Viola - La qualità migliore mi sembra lo spirito di gruppo, lo si percepisce anche da fuori». L’entusiasmo fa bene, l’euforia può danneggiare. Ancora Superchi: «Tocca al tecnico in questi casi mantenere il giusto clima nello spogliatoio». Al capitano, Giancarlo Picchio De Sisti, il compito di provare a tenere i piedi per terra. «Giusto sognare, tifosi e squadra si stanno trascinando a vicenda. Ma è bene rimanere umili e volare basso».
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Le glorie della Fiorentina: “Il gruppo è forte, giusto crederci”
Superchi, Merlo e Chiarugi: «Quante analogie con la squadra del ‘69...»
PRESSIONI NO, SOGNI SÌ Tutti d’accordo nel riconoscere l’enorme lavoro di Paulo Sousa dietro la partenza sprint della Fiorentina. Che mai, giusto ricordarlo, nella propria storia ha vinto 6 delle prime 7 gare di campionato. «Sousa sa che una squadra si costruisce attraverso il lavoro. È molto preparato e la fortuna ce l’hai se te la cerchi. I viola sono lassù perché se lo meritano». Con 7 reti, segnate quasi tutte nel girone di ritorno, anche Luciano Chiarugi fu protagonista di quella stagione fino ad ora irripetibile. «La squadra vince giocando bene e Sousa ha dimostrato di essere un ottimo allenatore convincendo anche gli scettici che lo hanno criticato dopo la sconfitta di Torino. Si vede - prosegue Chiarugi - che i giocatori lo ascoltano, anche quando giocano in posizioni diverse da quelle consuete. Peccato per la sosta, può essere un ostacolo. Con giocatori come Borja Valero però, ci sono i presupposti per sognare».
GALVANIZZATI Si prende un po’ di tempo invece Claudio Merlo. Quanto? Due partite. «Le sfide contro Napoli e Roma diranno se questa Fiorentina può restare lassù - spiega l’ex centrocampista- Rispetto alla gestione precedente, la squadra prende molti meno gol. Il gioco è buono e vincere galvanizza i calciatori, aumentandone la forza e rendendo la squadra migliore. Sono passate appena 7 partite, ma dopo i due prossimi test si potrà capire se la Fiorentina può vincere quella cosa che non nomino».
La Gazzetta dello Sport
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