Stanchi (come la Fiorentina), criticati e nervosi. Per la Lazio non è un grandissimo momento. Colpa di qualche risultato non eccezionale e, soprattutto, del derby perso. Roba che a Roma non digeriscono facilmente. E pensare che proprio l’aver battuto i cugini giallorossi nella finale di Coppa Italia del maggio scorso aveva regalato alla banda di Petkovic un credito (quasi) infinito. Ora no. Ora Hernanes e compagni devono ripartire da capo. Riconquistare un ambiente che pretende tanto. Forse troppo. Per questo il pareggio acciuffato a Trebisonda (3-3 col Trabzonspor) in Europa League vale tanto. «Abbiamo dimostrato di esserci - spiegava ieri Petkovic - ma ora dobbiamo confermarci anche in campionato dove ci aspettano partite vere. Dure». Ha le idee chiare il bosniaco. Come sempre. Vuole “dominare” l’avversario, qualunque esso sia. Questione di mentalità. E di atteggiamento. Con una specifica particolare: «Basta errori, altrimenti siamo destinati a soffrire troppo». In effetti, in questa prima parte di stagione la Lazio è parsa lontana parente di quella dell’anno scorso, soprattutto dal punto di vista difensivo. Già dieci gol subiti, più i tre dell’altra sera. Tanti. Troppi. Anche perché spesso sono arrivati a causa di (gravi) distrazioni dei singoli. Del resto in quel reparto Petkovic convive con l’emergenza ormai da diverse settimane.
stampa
Lazio, emergenza infinita
Stanchi (come la Fiorentina), criticati e nervosi. Per la Lazio non è un grandissimo momento. Colpa di qualche risultato non eccezionale e, soprattutto, del derby perso. Roba che a Roma …
Fuori Biava, Konko, Pereirinha e Radu. I quattro dietro, stasera, dovrebbero quindi essere Cavanda, Ciani, Dias e Lulic. Davanti a loro Ledesma, come schermo protettivo. Quindi il foltissimo centrocampo, con Candreva, Onazi, Hernanes ed Ederson. Niente Biglia, quindi. L’argentino, che piaceva anche alla Fiorentina, non ha ancora convinto e ha perso alla svelta il posto da titolare. Davanti Floccari, lanciatissimo dopo la doppietta in Europa League. A lui il duro compito di non far rimpiangere Klose.
la Repubblica
© RIPRODUZIONE RISERVATA