Su Sky Sport 24 del 29 dicembre non avevano dubbi: tra i candidati alle sorprese sportive del 2012 non poteva non esserci lui, il sorprendente e vincente (?) Andrea Stramaccioni. Già, proprio così. No, eh? Non siete convinti, vero? E invece è così, anche se poi non ha vinto lui (e meno male, detto con rispetto) ma la Champions del Chelsea. Fatto sta che di Montella e della sua Fiorentina neanche a parlarne. In fondo l’audience è audience e allora prendiamo la cosa col giusto spirito, anche perché la verità la conosciamo noi e tutti quelli che amano il gioco del calcio. Se parliamo di allenatori e di spettacolo non possono esserci dubbi: la corona della seconda parte (e forse qui stava l’inghippo) dell’anno appena passato abita dalle parti del Franchi. E questo è un dato oggettivo (riconosciuto anche dalla Fifa), non una scelta da provinciali innamorati della propria bandiera. Ma questo esempio non è una critica a chi la pensa diversamente da noi, ci mancherebbe. Ma un ottimo modo per capire che se per la Fiorentina il 2012 è stato l’anno della rinascita del gioco e dell’entusiasmo, il nuovo anno dovrà essere quello della conferma e del definitivo ritorno in pianta stabile nel giro delle grandi. Non più simpatici paladini del bel calcio ma voraci e ambiziosissimi protagonisti del campionato.
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L’anno che verrà
Ora la Fiorentina è pronta a volare. L’articolo di Benedetto Ferrara
Il che significa fare un ulteriore salto in avanti sulla scia di tutte le cose meravigliose fatte e mostrate da agosto in poi. Una sfida straordinaria, questa. Che la società prende terribilmente sul serio. A cominciare dal mercato di gennaio, che Pradè e Macia vorrebbero utilizzare per perfezionare il meccanismo costruito in estate, sia in attacco che sulle fasce (Osvaldo e Armero restano le prime scelte). Tutto questo per tornare in Europa, consapevoli che tra l’Europa League e la Champions c’è una differenza abissale di introiti e di visibilità. Insomma, si gioca per la seconda, ma se andasse male niente drammi, visto che la Fiorentina è stata appena ricostruita dopo due anni e mezzo di torbido nulla. Poi c’è l’affare stadio, una complicatissima vicenda politico-burocratico- strategica che entro questo anno troverà comunque il suo sorridente epilogo (speriamo). E Jovetic? Anche questo sarà un caso da affrontare, ma senza le ansie del passato, dato che la fiducia dei tifosi nella società è tornata a essere forte e appassionata. E allora è giusto pensare che se il gioiello di casa dovesse andare via (ma tenerlo sarebbe un bel colpo), Pradè e Macia sapranno sicuramente come sostituirlo. Certo, conciliare la grande ambizione con la saggezza e l’attenzione ai conti non è cosa semplice, ma adesso che la Fiorentina vola nessuno vorrebbe fermare questo sogno, fatto anche di cose apparentemente più semplici, come l’aver ben presente che la Fiorentina non è più una sorpresa tecnico tattica e che saper variare il gioco (cosa che Montella ha già sperimentato da un mesetto) diventa una necessità. Così come confermare tutti i protagonisti di questa rinascita nel nome di una fantastica rincorsa per prendere l’Europa e magari, chissà, anche qualcosa di più.
Benedetto Ferrara - La Repubblica
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