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L’allungo viola porta la firma di Ljajic

La metamorfosi del giovane serbo raccontata da Giorgetti

Redazione VN

LE TANTE facce di Adem, compresa quella da schiaffi, sono sulla targa che la Fiorentina mostra alle inseguitrici: l’allungo viola ha il timbro dell’ex esodato che ha saputo trasformare l’antipatia in raffiche di classe. E comunque otto gol farebbero diventare simpatico chiunque.

Ma poi Ljajic era davvero così insopportabile? Frastornato, di sicuro, per aver fallito quando Mihajlovic gli cucì addosso la responsabilità del Trequartista Titolare dopo l’infortunio di Jovetic. Le frecciatine nutellate di Sinisa, presto deluso dalla fragilità del baby, fecero più male dei pugni di Delio.

RACCONTAVANO che Adem non salutasse, al riparo delle sue cuffie da calciatore medio con lo sguardo perso e le mani in tasca: ora viene fuori che si trattava solo di timidezza o distrazione postadolescenziale, perché Adem ha sani principi e una famiglia che lo segue. E un procuratore fra i più difficili da domare, il Fali Ramadani che seleziona scientificamente assistiti e media a cui rilasciare preziose e fondamentali verità, tipo «vedremo» o «non c’è niente di deciso». Il nulla che finisce invariabilmente nei titoli.

Ljajic andrà in scadenza di contratto fra pochi mesi e sulla questione del rinnovo la Fiorentina mostra una serenità al limite della saggezza Zen. Ramadani invia non-messaggi, Pradè sa di avere alle spalle una società forte. E, quando guarda negli occhi Ljajic, anche un giovane giocatore che gli deve riconoscenza, perché la scorsa estate a Moena, Ljajic era solo un pacco slavo da spedire lontano.

Angelo Giorgetti - La Nazione