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La Sla è genetica, il calcio non c’entra

Ora si sa molto di più sulla SLA, non è una malattia del calcio. Non è il calcio che la causa, che la provoca. Quando non è familiare, i fattori …

Redazione VN

Ora si sa molto di più sulla SLA, non è una malattia del calcio. Non è il calcio che la causa, che la provoca. Quando non è familiare, i fattori ambientali, come i traumi o il doping, come alcune attività lavorative o lo stesso calcio probabilmente ne anticipano i tempi, l'aiutano a farsi strada. Ma non ne sono la causa diretta.

Seconda certezza che si delinea ormai in modo chiaro: è una malattia di origine genetica. Questo è il risultato di grande importanza ottenuto dalla Commissione Scientifica che, nel 2007, il presidente Abete ha creato in federcalcio, dopo l'allarme, giustificato e forte, diffusosi tra i calciatori.

Stabilire che l'origine della malattia è di natura genetica è stato un passo fondamentale, la scoperta ora apre nuove strade di ricerca e promette ulteriori progressi. Il prof. Zeppilli spiega come si è arrivati. «All'inizio non si è mai pensato ad una causa genetica, quanto piuttosto a quella ambientale. Si supponeva che in certe condizioni, alcune cellule si ammalassero, come è successo, per esempio, per molti soldati in guerra. Il prof. Chiò ha avuto il merito di segnalare come, pur rimanendo rara, la SLA sia più frequente tra i calciatori. Chi gioca al calcio corre sei volte di più il rischio di ammalarsi».

Questa scoperta porta a prospettive incoraggianti. «Ora si può partire con la sperimentazione su animali. Si possono cioè "fabbricare" animali con questo difetto genetico, per poi studiare i meccanismi, le cause che portano alla degenerazione dei motoneuroni. Questa sperimentazione partirà subito su topi e vermi».

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