«M’innamoro solo se, vedo segnar Batistuta, correre alla bandierina, bomber della Fiorentina…». Quattordici anni dopo, il «Franchi» salta e canta per il suo vecchio bomber seduto in tribuna accanto ad Andrea Della Valle, ma anche per salutare il quarto posto dei viola. Raggiunta l’Inter a quota 27 : però dopo un’altra serata da batticuore, extrasistole a raffica, roba da tenere i defibrillatori a portata di mano. La prova? ADV, per una volta, ha deciso di lasciare lo stadio prima del fischio finale. Si è risparmiato dieci minuti buoni di sobbalzi sulla poltroncina, accanto al sindaco, Matteo Renzi (che ha le extrasistole per conto suo in vista dello spareggio con Cuperlo, domenica prossima…), e vicino a Bati, gesticolante ma silenzioso. Aveva parlato (poco) nel pomeriggio, in Palazzo Vecchio, durante la consacrazione nella «Hall of fame».
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La serata in tribuna: cori per Bati e sofferenza di ADV
«M’innamoro solo se, vedo segnar Batistuta, correre alla bandierina, bomber della Fiorentina…». Quattordici anni dopo, il «Franchi» salta e canta per il suo vecchio bomber seduto in tribuna accanto ad …
Mentre qui, nel suo antico regno, ha scambiato solo qualche parola con il patron, con il sindaco Rottamatore, con Cesare Prandelli. Poi si è lasciato cullare dall’ululato dei tempi andati: «Bati-gol, Bati-gol, Bati-gol». E di nuovo, ossessivamente: «Bati-gol, Bati-gol, Bati-gooool!».
Il tutto in una serata farcita di sfondatori: Pepito Rossi, capocannoniere del campionato con il dodicesimo gol su rigore (battuto con freddezza); Luca Toni in maglia gialloblù (anche lui applaudito e commosso); Mario Gomez sorridente in tribuna. Eppoi lui, Gabriel Omar Batistuta, ora giocatore di golf, ma capace di scatenare ricordi fantastici nella mente dei tifosi viola. Bati, la «mitraglia», autore dello spaventoso gol alla Juve nel dicembre ’98. Mitraglia inimitabile: perché vi ricordate che cosa successe a ottobre ai bianconeri Tevez e Pogba che «osarono» mimare gli spari? La Juve venne punita con un 4-2 che resterà nella storia per tanta spocchia…
«Bati torna presto», gli sussurra ADV dopo il primo gol di Borja Valero, con i viola in vantaggio al 5’. E il bomber lo conforta, affermando di stare molto meglio dopo i dolori alle caviglie. Poi tutto si confonde e diventa rocambolesco: l’ 1-2 con Romulo che segna e non esulta e Iturbe che invece beffa Neto. A questo punto Andrea Della Valle s’innervosisce. A Eugenio Giani chiede: «Ma perché dobbiamo sempre soffrire?». Poi ricambia tutto e ADV saluta la fine del primo tempo con un sospiro. Che diventa esplosione di gioia al 4-2 firmato da Pepito. Ma il copione della partita pare scritto da un sadico: gol di Jorginho. «Possibile che per stare tranquilli e vincere una partita non sia sufficiente fare 4 gol?», domanda ADV. Che non aspetta risposta.
Quando vede Batistuta che se ne va, gli viene spontaneo imitarlo. I bene informati dicono che volesse riprendere la strada di casa, verso Casette d’Ete, nelle Marche. Occhio non vede cuore non duole? Non scherziamo: parte con la radio a tutta valvola. Per sospirare di sollievo, e alzare i pugni, quando ormai è sul cavalcavia dell’Affico. Mentre Bati si fa stoppare sul cancello da un paio di cacciatorini d’autografi in bomberino viola. Avranno sette-otto anni. Troppo piccoli per aver sentito cantare: «M’innamoro solo se…».
Sandro Bennucci - La Nazione
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