«Porca putt...» dice Gomez in perfetto italiano quando Leali gli toglie la gioia di un gol fantastico, di testa e in tuffo. Segno di rabbia e di integrazione con Firenze, si potrebbe dire. Ma la gara di Mario finisce lì: d'accordo, lotta con generosità, non ha tanti compagni accanto che lo aiutino, ma l'unica perla ricevuta da Mati Fernandez il bomberone tedesco la sciupa come un dilettante. Prima sterza di fronte al portiere, ma sbaglia il tempo, poi inciampa sul campo sintetico. Cose che fanno male al calcio. Se la Fiorentina sorride e si carica nella rincorsa Champions, può contare solo sulle forze del gruppo e non sulle intuizioni del suo giocatore più pagato (e remunerato...). Anche questo è un bel problema. Montella regala fiducia in vena al suo giocatore, ma sembra non bastare. Il disagio è evidente, gli applausi terapeutici sono una cura palliativa, e lui va sempre più giù di testa. Oltre a convivere con l'assenza di Pepito, Montella deve fare i conti con la presenza del fantasma di Gomez. Uno che ha segnato in carriera 200 gol merita tutto il rispetto del mondo, ma francamente ci mette a disagio dopo prestazioni come quella di ieri.
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La rincorsa è partita. Senza Mario
«Porca putt…» dice Gomez in perfetto italiano quando Leali gli toglie la gioia di un gol fantastico, di testa e in tuffo. Segno di rabbia e di integrazione con Firenze, …
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Paolo Chirichigno - La Nazione
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